L’aumento dei tassi di interesse da parte della BCE ha causato un inevitabile aumento dei tassi sui mutui che sembrano essere destinato ad una crescita costante anche nei prossimi mesi, anche se le precedenti proiezioni della Banca Centrale Europea davano quasi per certa una discesa dal secondo semestre del 2023. Come è stato indicato dai futures sull’indice Euribor a tre mesi, pare invece che i tassi di interesse sono destinati ancora ad aumentare. Ma quando ci sarà un inversione di tendenza tale da determinare una ripresa del mercato immobiliare?



Tassi sui mutui: col 4% è necessario difendersi

A partire dal luglio 2022, il costo del denaro è aumentato di 400 punti base, raggiungendo il 4%, rispetto allo zero iniziale. Con l’aumento dello 0,25%, deciso dalla Banca Centrale Europea lo scorso 15 giugno 2023, il tasso di riferimento dell’eurozona ha raggiunto il 4%, cioè lo 0,25% in più rispetto al 3,75% che era stato deciso il 4 maggio scorso.



La decisione della BCE naturalmente avrà un impatto considerevole sul mercato immobiliare. Secondo la Fabi, per un prestito di 150 mila euro con contratto ventennale, la rata mensile aumenterà a breve di 1090 euro con un aumento di 325 euro rispetto all’anno precedente. Si tratta di un aumento sostanziale del 63,9% rispetto ad una rata che, in tempi di tregua, sarebbe stata di 665 euro.

Per questo motivo, secondo le stime del Sole 24 ore, si aggiunge il 2022 la rata per un minuto di 140.000 con scadenza a 25 anni su un immobile dal valore di mercato di 200000 euro, poteva costare 500 euro, adesso siamo a 750 euro.



L’incremento dei tasti di interesse non segue il ricalcolo degli stipendi, che è arrivato parecchio in ritardo rispetto all’aumento dell’inflazione. Si prevede inoltre un ulteriore aumento che porterà la precedente rata di 750 euro a 800 euro entro novembre 2023 con un aumento del 60%.

A quanto pare dunque la discesa è stata posticipata poiché, guardando i futures sugli indici Euribor a tre mesi, si prevede un picco massimo dell’aumento dei tassi di interesse per settembre 2023 che potrebbe arrivare al 5,10%, mentre, sempre secondo le stime, a giugno 2024 il tasso Euribor a tre mesi potrebbe raggiungere il 3,42%, quasi ad eguagliare il tasso di marzo 2023.

Tassi sui mutui: l’inevitabile crollo del mercato immobiliare

Come già notiziato dal sussidiario.net, la diminuzione degli immobili in acquisto è stata accompagnata da un parallelo impiego dei capitali già in possesso di compratori, con un sostanziale crollo del mercato dei mutui che non potrà fare a meno di accentuarsi per tutto il 2024.

Vista la situazione attuale coloro che hanno stipulato un tasso fisso in un periodo precedente all’aumento dei tasti, non subiranno alcuna variazione, ma coloro che hanno intenzione di firmare un contratto a tasso variabile, a tasso variabile con CAP, oppure a tasso fisso dovranno far fronte necessariamente ad un aumento dei costi.

Coloro che invece hanno stipulato all’inizio di questi incrementi un mutuo a tasso variabile incassando tutti i danni dall’aumento dei tassi di interesse da parte della BCE, possono essere ancora in tempo per stipulare una surroga oppure passare ad un tasso fisso o misto in modo da bloccare la rata nei prossimi mesi in vista della fine del 2024.

Per questo motivo è stato registrato un aumento del 30% delle richieste di surroga agli istituti di credito.