La pandemia ha cambiato i tassi di mortalità in tutto il mondo. Le statistiche indicano infatti che l’impatto del Covid ha rivoluzionato le classifiche relative alla mortalità nei vari Paesi, permettendo ad alcune di salire – e dunque di avere meno morti – mentre altre sono scese. Tra i Paesi industrializzati e ritenuti ricchi, ad esempio, gli Stati Uniti sono quello che più ha fatto registrare un valore di decessi al di sopra dei livelli normali.
Come emerso dai dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in questo mese, sono dunque cambiati i numeri del tasso di mortalità dei vari Paesi nel mondo. I decessi negli Stati Uniti sono stati del 15% superiori alla norma. Il numero è stato superato solo da altri quattro grandi paesi appartenenti stessa fascia di reddito: Cile, Repubblica Ceca, Polonia e Romania. A livello globale, come prevedibile, sono vari i Paesi più poveri e in via di sviluppo che se la sono cavata peggio.
Tasso di mortalità, i cambiamenti con il Covid
I dati sul tasso di mortalità nel mondo indica che i decessi negli Stati Uniti sono aumentati anche più che in diversi Stati più poveri e con meno risorse, tra cui Argentina e Filippine. Per quanto riguarda l’Italia, il numero è del 12%, al pari di Spagna e Gran Bretagna. Ci sono poi altre Nazioni europee come Francia e Svezia che non superano il 6-7% e che dunque hanno contenuto meglio la pandemia, riuscendo ad avere un numero di morti inferiori.
In Italia, da inizio pandemia, i decessi totali registrati, dopo alcuni riconteggi, arrivano a 166.127. Un numero enormemente alto che dunque ha contribuito anche ad alzare la percentuale del tasso di mortalità nella penisola. Nonostante le misure di contenimento adottate fin dalle prime settimane, in Italia il virus ha sempre continuato a circolare v’intendo molte vittime, soprattutto nel primo anno di pandemia.