Strano Paese il nostro. Mentre esponenti importanti del Governo dicono che realizzare la Tav è una sciagura e il presidente del Consiglio Conte spiega pubblicamente perché invece è meglio farla, sul sito della presidenza del Consiglio ci sono documenti che illustrano in modo molto analitico perché questa opera è importante e necessaria. Abbiamo cercato in quei documenti le risposte agli ultimi gridi di allarme del ministro Toninelli e dei suoi amici No Tav.
Un progetto vecchio di trent’anni. Il percorso di studio, definizione, valutazione e decisione dell’adeguamento dell’Asse Ferroviario Torino-Lione è stato oggetto di quattro principali accordi internazionali tra Italia e Francia (1996, 2001, 2012 e 2015/16) e delle corrispondenti Ratifiche Parlamentari. Gli Accordi hanno trovato piena attuazione per l’Italia con la Ratifica Parlamentare nella Legge n. 1/2017, dove è ben riassunto il complesso iter approvativo percorso. In questi venti anni il progetto è stato via via rivisto, migliorato, semplificato e reso meno costoso: le sue caratteristiche attuali sono state decise nel 2016, tre anni fa. La nuova linea non è “ad Alta Velocità” ma è un tunnel ferroviario di base, costruito per evitare ai treni la ripida salita oggi necessaria per raggiungere l’imboccatura della galleria storica, inaugurata nel 1871; è quindi un progetto moderno, come quelli realizzati in questi anni dalla Svizzera e dall’Austria: tunnel del Lötschberg (CH, 34 Km, inaugurato nel 2006); del San Gottardo (CH, 57 Km inaugurato nel 2016); del Monte Ceneri (CH, 15 km che sarà inaugurato nel 2020); del Brennero (I-A, 55 Km, apertura al traffico nel 2025); del Semmering (A, 27 Km, apertura nel 2024).
Un’opera inutile. Continuiamo a sentir dire che i traffici si sviluppano da e per il Nord e non tra Est e Ovest. Tutte le rilevazioni (Istat Eurostat, Onu) dei commerci esteri smentiscono questa affermazione: la frontiera con la Francia è attraversata ogni anno da oltre 40 milioni di tonnellate di merci, che non trovando una ferrovia moderna viaggiano quasi tutte su gomma. L’Unione europea è impegnata al rilancio della ferrovia, per utilizzare al meglio il grande patrimonio di linee che abbiamo e per ridurre i costi di trasporto sulle lunghe distanze. L’opera è quindi molto utile, perché permette di collegare la rete ferroviaria italiana con quella francese, eliminando un “anello mancante” nella catena di trasporto ferroviario europea: il forte finanziamento europeo è proprio motivato da questa esigenza.
Un’opera dannosa per l’ambiente. Poche vicende come questa hanno messo in luce le molte contraddizioni del cosiddetto “mondo ambientalista”: mentre Legambiente, con il contributo delle Ferrovie, pubblica tutti gli anni Pendolaria, un rapporto che mostra i benefici ambientali del trasporto ferroviario, in Val di Susa i verdi sembrano non accorgersi della nuova galleria stradale e partecipano alle proteste per una ferrovia che toglierà migliaia di Tir all’anno dalle strade di Torino e della Valle. Tutti gli scavi finora effettuati (oltre 30 km di gallerie e 65 km complessivi di sondaggi) hanno confermato che non esistono condizioni di rischio per l’ambiente e la popolazione. 40 centraline installate nel cantiere e all’esterno, in un raggio di 15 km; oltre 70.000 rilevazioni effettuate e i rigorosi controlli ambientali svolti dalle agenzie regionali (Arpa Piemonte) e nazionali (Ispra) hanno mostrato che non ci sono situazioni di rischio ambientale; rischio che invece viene periodicamente riproposto dai No Tav per creare paure e allarme nell’opinione pubblica (amianto, uranio, falde acquifere, polveri sottili).
Un’opera costosa. Non sono passati molti mesi da quando il Ministro Toninelli affermava che l’opera ci sarebbe costata all’Italia 20 miliardi. In realtà, da Torino a Lione, la nuova linea e la riqualificazione della storica costeranno in tutto 13,9 miliardi. Oggi abbiamo l’impegno europeo a coprire il 55% del costo della tratta internazionale e il 50% di quelle nazionali; di conseguenza all’Italia costerà in tutto 3,3 miliardi di cui 0,4 già spesi: per completare tutta la linea dovremo spendere in totale, nei prossimi dieci anni, 2,9 miliardi. Il costo dell’opera è in linea con gli altri trafori di base alpini, realizzati in Italia, Svizzera e Austria.
Un regalo a Macron. Iniziamo con il dire che se l’opera fosse davvero dannosa si tratterebbe di un dispetto e non di un regalo. Ma incongruenze a parte, chi solleva questo tema intende dire che l’Italia paga più della Francia la parte comune: ciò è dovuto al fatto che si è ragionato, giustamente, dell’intero collegamento, da Torino a Lione e (basta aprire una cartina) la tratta francese di accesso al tunnel è molto più lunga. Considerando quindi tutta la tratta e i contributi comunitari, l’Italia pagherà, a stime attuali, in totale 2.965 milioni e la Francia 2.884, ottanta di meno. A consuntivo ci sarà senza dubbio modo di sistemare questa differenza di meno dell’1,5%.
Deciderà il Parlamento. Il Parlamento ha già deciso, con la legge 1/2017. Con questa legge ha ratificato un trattato internazionale, firmato con la Francia e un “Grant Agreement” (Accordo di sostegno finanziario) firmato con l’Unione europea e la Francia. Una mozione non può minimamente scalfire questo accordo ed è quindi, questa sì, costosa e inutile. La situazione l’ha detta a chiare lettere il Primo ministro Conte:” Se volessimo bloccare l’opera non lo potremmo fare condividendo questo percorso con la Francia. Non potremmo confidare sul muto dissenso degli altri protagonisti, Francia ed Europa. A queste condizioni solo il Parlamento potrebbe adottare una decisione unilaterale viste anche le leggi di ratifica adottate dalle Camere. La decisione di non realizzare l’opera non comporterebbe solo la perdita dei finanziamenti, ma anche tutti i costi derivanti dalla rottura dell’accordo con la Francia.”
La voteranno insieme Lega, FI, Pd… Un ragionamento tipico di chi concepisce la politica non come costruzione comune, ma come opposizione a un avversario: sa va bene a lui, che è mio avversario, non può andare bene a me. Così se si dovesse votare per decidere se la terra è piatta, se la luna è di formaggio e se gli asini volano… applicate il metodo e saprete come voterebbe qualcuno.