Non si placano le proteste contro la Tav Torino-Lione. È stata annunciata una nuova mobilitazione, sul lato francese, per sabato 17 giugno e domenica 18 contro il progetto transalpino, la linea ferroviaria ad alta velocità lunga oltre 200 km, di cui 57 km di nuova galleria scavata sotto le montagne. Il progetto è stato avviato trent’anni fa per facilitare il trasporto merci tra Francia e Italia, e da allora le argomentazioni di No Tav e ambientalisti non sono cambiate. “È un progetto tanto gigantesco e costoso quanto inutile, visto che esiste già una linea ferroviaria per il trasporto di merci, Digione-Ambérieu-Chambéry-Modane-Torino, che passa attraverso il Fréjus, che è del tutto possibile ristrutturare o raddoppiarne la sua capacità“, dichiara Jean-Paul Lhuillier, specialista in trasporti e mobilità sostenibile di France Nature Environnement (FNE), a Le Parisien.
A proposito del Fréjus, ricorda che è sottoutilizzato, visto che vengono trasportate solo 3 milioni di tonnellate di merci all’anno, quando potrebbe assorbirne fino a 15. Infatti, la premier francese Élisabeth Borne in una lettera dell’aprile 2019, quando era ministro dei Trasporti, chiese alla SNCF di investire in questo senso in attesa della costruzione della nuova linea. Nonostante l’opposizione accanita contro la Tav Torino-Lione, l’attivista del FNE non parteciperà alla manifestazione prevista per sabato, essendo “profondamente in disaccordo con i metodi organizzativi dei Soulève-Ments de la Terre“, che ha indetto le mobilitazioni. L’attivista ha aggiunto: “Non sono capaci di mettersi attorno a un tavolo e discutere“.
TAV TORINO LIONE: ATTESE 3MILA PERSONE AL RADUNO
Gli ambientalisti sono, dunque, in azione nel weekend. Il collettivo, usando gli stessi argomenti delle tradizionali associazioni ambientaliste, denuncia “l’artificializzazione di 1.500 ettari di terreno agricolo“, oltre che l’impatto negativo su “decine di sorgenti drenate dalle macchine, che si sono prosciugate o hanno perso la loro portata” e “le acque sotterranee che sono state perforate” durante i lavori di costruzione. La polizia prevede la partecipazione di almeno tremila persone, “tra cui più di 400 estremisti“. Oltre a Les Soulèvements de la Terre, ci saranno una dozzina di organizzazioni internazionali e locali come Attac, Confédération Paysanne, Greenpeace, Friends of the Earth e SUD–Rail partecipano alla mobilitazione. Oltre alle associazioni ambientaliste locali, anche due partiti politici, France insoumise e Europe Écologieles Verts, chiedono di intervenire.
Giovedì la prefettura della Savoia ha proibito le manifestazioni, ma la giustizia sta esaminando i ricorsi e, comunque, alcuni deputati ambientalisti stanno chiedendo ai militanti di manifestare ovunque, a prescindere dal ritiro o meno del divieto. Non a caso il prefetto François Ravier ha avvertito riguardo il “rischio di disordini” per giustificare la mancata autorizzazione. “Ci sono timori per la sicurezza della polizia e dei vigili del fuoco“. Sono stati dispiegati circa 2.000 gendarmi e poliziotti per controllare le mobilitazioni. Il timore è che si verifichino gravi incidenti, come accaduto due mesi fa. Dopo anni in cui la pressione No Tav si faceva sentire sul versante italiano, in Val di Susa, ora ci sono adesioni sul lato francese. Gli ambientalisti sono solitamente favorevoli al treno, in quanto meno inquinante di auto e aerei, ma questo progetto viene definito “ecocida“.