Tra le artiste più influenti degli ultimi anni, odiata dagli ambientalisti per il suo eccessivo uso dei jet privati, ma anche prima in una classifica per decenni occupata da Elvis Presley e in grado di muovere masse enormi di fan da ogni parte del mondo per assistere ai suoi concerti, Taylor Swift (ovviamente parliamo di lei, la regina contemporanea del pop) potrebbe diventare anche un indicatore economico in grado di influenzare con la sua sola presenza su un determinato territorio l’inflazione nazionale. L’allarme non è certamente nuovo perché solamente pochi giorni fa – precisamente il 15 di questo mese – un’ipotesi simile era stata mossa dagli analisti della Td bank britannica; ma è interessante che ora si sia unita all’appello anche la Banca Centrale Europea, quasi a voler ‘scaricare’ su Taylor Swift i ritardi dei burocrati di Francoforte nel taglio dei tassi d’interesse, strettamente collegati all’inflazione.
Prima di andare oltre è bene precisare che non ci sono dei veri e propri rimandi ufficiali da parte della BCE ai rischi dell’Eras Tour swiftiano, ma solamente un parere espresso dal capo economista della BCE (Philip Lane) in una conferenza stampa rispondendo ad un intervistatore che gli chiedeva delucidazione sull’inflazione e sul taglio dei tassi a fronte di un’estate interessata – a Parigi – dalle Olimpiadi e – in Germania – dai campionati Euro 2024; senza dimenticare (e qui ci riferiamo alla risposta di Lane) del peso di “Taylor Swift”.
Cos’è la ‘Swiftflation’ e perché Taylor Swift può influenzare l’inflazione e l’economia reale
Facendo un altro brevissimo passo indietro prima di tornare alla citata inflazione, è importante ricordare che Taylor Swift sarà sul territorio europeo (e non solo) durante tutta l’estate; mentre ad ora il tour si è già aperto con diverse date tenute nel Regno Unito, tra Edimburgo e Liverpool alle quali ne seguiranno altra tra Cardiff e Londra, con un cinque maxi date conclusive nella capitale inglese tra il 15 e il 20 agosto. Secondo il già citato report della Td bank, nella sola Edimburgo la presenza di Taylor Swift ha prodotto indotti per l’economia locale pari a 98 milioni di dollari che si stima saliranno a più di un miliardo quando il tour sarà concluso: in tal senso è semplice immaginare quale sia il peso dell’artista sull’inflazione.
Tuttavia, ai meno avvezzi alle questioni economiche e fiscali specifichiamo anche che il cosiddetto fenomeno della ‘Swiftflation’ (ovvero l’inflazione causata da Taylor Swift) è legato all’aumento esponenziale dei costi per gli alberghi, i ristoranti e i voli; specialmente in un periodo di altissima stagione turistica come l’estate europea. Aggiungendo al tour anche il peso delle Olimpiadi, degli Europei calcistici e dell’alta stagione turistica, quel dato già stimato ad Edimburgo schizzerà ulteriormente alle stelle, con buona pace dei sensi di chi credeva che l’inflazione si sarebbe stabilizzata e i tassi d’interesse sarebbero tornati a diminuire.