Sono passati più di trent’anni dalla nascita dei Tazenda, il gruppo musicale nato grazie a Mogol e composto da Nicola Nite, Gino Marielli e Gigi Camedda. Una carriera lunga e altalenante, ma ricca di soddisfazioni per i Tazenda. Nella formazione originale non vi era Nicola Nite, arrivato solo dopo l’uscita di scena di Andrea Parodi. “Fu un periodaccio per noi, avevamo provato a studiarci, a trasformarci in frontman, ma quando va via il centravanti non funziona se metti i due laterali a fare la punta. E poi la gente voleva tre persone”, raccontano in una bella intervista rilasciata a La Nuova Sardegna. “Nicola Nite è il più longevo di tutti. Ed è molto fiero di questo record”, dicono i Tazenda, che oggi sono riconosciuti e apprezzati anche al di fuori dalla Sardegna.
Da emergenti arrivarono a Sanremo grazie a Mogol, uno dei primi a credere nelle loro capacità: “Eravamo nella fase post chiusura del Coro degli Angeli e lui propose ad Andrea di cantare durante le cene della Nazionale cantanti”, sottolineano. Curioso che, prima di cantare in sardo, i Tazenda avevano preparato un disco in inglese. Poi il cambio di marcia dopo un incontro con la produttrice Mara Maionchi, che ascoltò il loro album in inglese ma poi finì per apprezzare Misterios del Coro degli Angeli. “Tornate a casa e mischiate queste due cose, lo spirito pop rock inglese e la tradizione sarda. Tipo Pog e U2”, suggerì loro Mara.
I Tazenda e la svolta sanremese con Pierangelo Bertoli
La chiamata di Baudo per Gran Premio non tarda ad arrivare, così come le risposte positive del pubblico e la curiosa e proficua collaborazione con Pierangelo Bertoli. “Dovevamo avere qualcosa per Sanremo perché Baudo ci chiamò ma noi non eravamo forti abbastanza per stare tra i big. Ci fu l’idea Bertoli, che scrisse Spunta la luna dal monte […] Neanche noi eravamo pronti a un modello così strano”, ammettono.
Quindi l’uscita di Murales, che sarà un successo, e le collaborazioni sparse nel corso degli anni con artisti del calibro di Ramazzotti, Grignani, De André, Bertoli, Turci, Nomadi, Renga e i Modà. Oggi i Tazenda proseguono la loro carriera senza ansia da prestazione e soprattutto senza l’esigenza di restare a tutti i costi sulla cresta dell’onda: “Siamo diventati un’altra cosa ma dentro abbiamo sempre lo stesso spirito”.