L’OMELIA DI PAPA FRANCESCO PRIMA DEL TE DEUM DI CAPODANNO 2025
«Maria custodisce nel suo cuore il pensiero di Gesù, il suo mistero»: secondo Papa Francesco l’anno 2024 è stato un anno molto impegnativo per la città di Roma, rileva il Santo Padre nell’omelia del Te Deum di fine anno con un Giubileo ormai cominciato. La vocazione di Roma è universale, sottolinea ancora Bergoglio: «Roma è chiamata ad accogliere tutti perché tutti possano riconoscersi Figlio di Dio e fratelli tra loro». L’orizzonte largo della Chiesa in questo Giubileo è quella «speranza nella fraternità»: il motto del Giubileo è ricco di significati, sottolinea Papa Francesco ribadendo la centralità della fraternità, «la speranza del mondo sta anche nella fraternità».
Da Roma a tutto il mondo, l’apertura ad essere “fratelli sempre” è il senso cristiano più profondo nell’annunciare la Verità di Gesù nella storia: «tutti i pellegrini di speranza e di fraternità ricercano la pace». Poco prima del Te Deum, Papa Francesco si chiede se la prospettiva dell’umanità fraterna ha un vero fondamento: la speranza, in poche parole, esiste ed è duratura? La risposta la dà Maria parlando di Gesù: «la speranza di un mondo fraterno è Lui, il Figlio incarnato mandato dal Padre perché tutti possiamo diventare ciò che siamo, ovvero figli del Padre e fratelli e sorelle tra di noi». Serve prendere coscienza sul “cantiere” decisivo in cui il Giubileo richiama all’attenzione: «noi dobbiamo convertirci per vivere da fratello e sorella del mio prossimo». L’aiuto di Maria per camminare verso la speranza di fraternità passa dalla richiesta di perdono per tutti i peccati, conclude Papa Francesco per il Te Deum di Capodanno, «dandoci la forza per il pellegrinaggio da compiere nel prossimo anno». Credere in un mondo fraterno è il contrario dell’ideologia, della teoria “moralista”: secondo Papa Francesco, la fraternità e la speranza di pace sono possibili per l’esistenza stessa del Cristo, «è Gesù l’unica vera speranza».
“TE DEUM LAUDAMUS” DI FINE 2024: LA DIRETTA VIDEO STREAMING DEI VESPRI DI PAPA FRANCESCO IN VATICANO
Il ringraziamento di fine anno in vista del Giubileo 2025 appena cominciato a Natale: torna l’appuntamento con Papa Francesco oggi 31 dicembre 2024 con il “Te Deum” e i Primi Vespri celebrati in Basilica di San Pietro come tradizionale segno di gratitudine per l’anno appena trascorso. A differenza però degli altri anni, la presenza dell’Anno Santo ordinario della Chiesa riveste di ulteriore importanza e attesa per le parole del Santo Padre nell’ultima notte dell’anno.
La speranza cristiana di quel Re che nel mondo è già venuto per salvarlo dal male e dalle violenze; l’attesa di pace concreta dalle devastazioni delle guerre, e ancora l’invito alla conversione del cuore come testimoniato nelle aperture delle prime tre Porte Sante (San Pietro, Carcere Rebibbia e San Giovanni in Laterano): di questo Papa Francesco rivestirà il suo ultimo messaggio dell’anno, in attesa della Santa Messa con messaggio di pace in arrivo a Capodanno 2025 (domani in Piazza San Pietro, ndr).
Come in tutti gli appuntamenti per le feste di Natale e Capodanno con la Santa Chiesa Cattolica, è prevista una diretta tv e video streaming anche per la celebrazione dei Primi Vespri con Te Deum di oggi 31 dicembre 2024: su Rai 1 e Tv2000 saranno trasmessi i riti cattolici di fine anno, mentre sui social del Vaticano, su RaiPlay e sulla pagina YouTube di Vatican News è garantita la diretta streaming live degli eventi con Papa Francesco. Appuntamento dunque alle ore 17 in Basilica di San Pietro, mentre proseguono ormai ininterrotti dalla notte di Natale i passaggi dei pellegrini dalla Porta Santa in San Pietro per il Giubileo (e per ottenere l’indulgenza plenaria, qui tutti le informazioni).
IL GIUBILEO DELLA SPERANZA E IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO VERSO VESPRI E TE DEUM DI FINE ANNO
«Spalancate i cuori e aggrappatevi alla speranza»: l’invito fatto da Papa Francesco ai detenuti del carcere di Rebibbia, dopo aver aperto la seconda Porta Santa del Giubileo 2025 dopo Natale, è il messaggio più forte e chiaro della Chiesa rivolto in realtà all’intera cristianità. Poggiare la speranza sulla presenza di Cristo nel mondo è l’unico modo per non rimanere da un lato disperati per la presenza di troppo male, dall’altra è anche la modalità per non vivere una fede legata alla “teoria” ma alla concreta incarnazione del Figlio di Dio che si fa prossimo all’uomo per salvarlo.
L’appello di pace continuo rilanciato da Papa Francesco anche in vista dei riti di Capodanno non è mai venuto meno, nonostante la proposta di una tregua per Natale non sia stata colta in pratica da nessun responsabile delle nazioni in guerra: la speranza di Cristo però «non delude mai», come ha detto ancora il Santo Padre nella Santa Messa di Natale. Nel messaggio Urbi et Orbi del 25 dicembre dal Vaticano si è poi alzato il grido di pace per frenare le armi e far parlare negoziati e diplomazie: serve audacia per aprire alla misericordia di Dio, unica in grado di «dissolvere l’odio», sottolinea Papa Francesco. Con la celebrazione dei Primi Vespri e il canto a Dio per il ringraziamento del 2024 appena trascorso vi è dentro quello stesso appello di pace che come Cristo non si stanca mai di “destare” il cuore assopito o incattivito dell’uomo: «non abbiate paura! La Porta è aperta, è spalancata», ripeteva Papa Francesco nel messaggio Urbi et Orbi richiamando alla memoria di San Giovanni Paolo II.
QUI IL TESTO INTEGRALE DEL TE DEUM DI CAPODANNO (E DA DOVE NASCE)
A differenza di quanto si possa credere, il “Te Deum” non è un ringraziamento vano e vacuo per un “Dio lontano” davanti ai mali e le violenze nel mondo che nel 2024 sono se possibili peggiorati rispetto agli scorsi anni: come ripete la Dottrina Sociale della Chiesa il Te Deum – canto a Dio di fine anno – è lo strumento utilizzato e reso iconico dalla cristianità per rappresentare il legame unico e profondo tra la realtà e il cuore tormentato del singolo fedele. É un inno di lode e preghiera ma è anche la modalità per non dimenticare la dipendenza originaria dell’umanità dalla misericordia di Dio.
Diviso in tre parti – la lode al Padre; al Cristo; e le suppliche della Chiesa – il Te Deum Laudamus recitato da Papa Francesco oggi nella celebrazione dei Primi Vespri in Vaticano è poi ripetuto in tutte le parrocchie e Diocesi del mondo nell’ultima notte dell’anno prima della Santa Messa di Capodanno. Con un’origine ancora incerta nella storiografia cristiana, si ritiene che il testo originale del Te Deum sia stato scritto da san Cipriano di Cartagine: in epoca più recente gli studi approfonditi convergono invece su una più probabile attribuzione al Vescovo di Remesiana, Niceta, verso la fine del IV secolo. Stando ad racconto divenuto poi più leggenda che realtà (non vi sono infatti conferme di questo, ndr), il Te Deum sarebbe stato intonato dal vescovo di Milano Sant’Ambrogio durante il battesimo di Sant’Agostino da lui celebrato nel 386: questo sarebbe il motivo per cui l’inno di Capodanno della Chiesa è ricordato anche come “inno ambrosiano”.
Qui di seguito invece ecco riportato l’intero testo integrale del “Te Deum” che Papa Francesco e i preti in tutto il mondo si apprestano a leggere nei riti del capodanno 2025: «Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore. O eterno Padre, tutta la terra ti adora. A te cantano gli angeli e tutte le potenze dei cieli: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Ti acclama il coro degli apostoli e la candida schiera dei martiri; le voci dei profeti si uniscono nella lode; la santa Chiesa proclama la tua gloria, adora il tuo unico Figlio e lo Spirito Santo Paraclito. O Cristo, re della gloria, eterno Figlio del Padre, tu nascesti dalla Vergine Madre per la salvezza dell’uomo. Vincitore della morte, hai aperto ai credenti il regno dei cieli. Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi. Soccorri i tuoi figli, Signore, che hai redento col tuo Sangue prezioso. Accoglici nella tua gloria nell’assemblea dei santi. Salva il tuo popolo, Signore, guida e proteggi i tuoi figli. Ogni giorno ti benediciamo, lodiamo il tuo nome per sempre. Degnati oggi, Signore, di custodirci senza peccato. Sia sempre con noi la tua misericordia: in te abbiamo sperato. Pietà di noi, Signore, pietà di noi. Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno».