Il Teatro dell’Opera di Roma è il primo teatro d’opera in Europa a riaprire i battenti con una stagione estiva che comprende tre opere, un nuovo balletto e due concerti tra metà luglio e inizio agosto. La stagione estiva è iniziata il 16 luglio, ma già il 14 al Teatro Costanzi si è svolto un concerto del coro femminile con il pubblico nei palchi ed il coro in platea.
La nuova produzione di Rigoletto di Giuseppe Verdi con la direzione d’orchestra di Daniele Gatti e la regia di Damiano Michieletto ha inaugurato la Stagione estiva 2020 con un palcoscenico progettato per il vasto spazio del Circo Massimo, uno dei più grandi luoghi di spettacolo mai realizzati dall’uomo. Il nuovo palcoscenico di 1.500 metri quadrati è stato progettato e costruito nel pieno rispetto degli standard anti-Covid19. Ero (con mia moglie) parte di un pubblico di mille e quattrocento persone in un ambiente che per concerti rock e comizi politici ne ospita circa centomila.
Nel pubblico, c’erano il Capo di Stato, i Presidenti della Camera e del Senato, il Ministro della Cultura, il Sindaco di Roma e una dozzina di Ambasciatori. E’ stato presentato dal vivo su RAI5. Ne seguirà un film. In breve, un grande evento.
Questo Rigoletto è una nuova produzione del Teatro dell’Opera, in collaborazione con Indigo Film per la parte visiva. Tragedia oscura di passione, tradimento e vendetta, Rigoletto è centrato sulla figura drammatica del buffone corte gobbo. L’opera è uno studio approfondito dell’uomo. La deformità lega indissolubilmente alla colpa, riferendosi al contrasto millenario tra bruttezza come disarmonia e sproporzione morale opposta all’ideale della perfezione fisica come conciliazione simmetrica con un ordine naturale. Rigoletto è gobbo; a quel tempo avere una malformazione voleva dire essere segnati dalla nascita da difetti che i genitori avevano commesso; Rigoletto porta con se reati non suoi. La vera maledizione è diventare un assassino.
Nella lettura di Michieletto, il dramma, ambientato in un mondo criminale immaginario, diventa un racconto cinematografico con uno straordinario ritmo narrativo. C’è sempre un misto di realismo e visione onirica. È sottolineato anche dai video in cui vediamo sogni, ricordi del passato; questi sogni e ricordi rivelano momenti di tenerezza, malinconia e dolcezza.
Il cambiamento del periodo storico dell’azione avviene abbastanza spesso nelle messe in scena di Rigoletto. Nel 2018, il Teatro dell’Opera di Roma ha aperto la stagione con una produzione di Rigoletto ambientata al crepuscolo del fascismo. Nel 2014 il regista Leo Muscato ha posto Rigoletto in un Principato non specificato in un paese del Nord Europa. Al Metropolitan di New York, per anni, il dramma si è svolto in un casinò di gioco d’azzardo gestito dalla mafia. Nell’enorme palco e sullo schermo che mostra i dettagli dell’azione, in questa produzione di Rigoletto, la trama si sviluppa come in alcuni recenti film di gangster quali C’era una volta in America e C’era una volta a Hollywood.
La Corte del Duca di Mantova è un mondo di criminali, assassini, spacciatori, prostitute e protettori. Anche Gilda ha perso la propria innocenza ben prima che l’opera inizi, ma lei desidera guadagnarne una nuova con il vero amore. La messa in scena presenta scene di Paolo Fantin, costumi di Carla Teti, movimenti coreografici di Chiara Vecchi e luci di Alessandro Carletti. La recitazione è eccellente. Si tratta, senza dubbio, della migliore produzione di Michieletto e della sua squadra da The Greek Passion di Bohuslav Martinu a Palermo in 2011.
In questo C’era una volta a Mantova, il ruolo del buffone di corte è impersonato da Roberto Frontali. Sull’enorme palcoscenico, Ivan Ayon Rivas (Duca di Mantova), Rosa Feola (Gilda), Riccardo Zanellato (Sparafucile), Martina Belli (Maddalena), Gabriele Sagona (Conte di Monterone), Alessio Verna (Marullo), Pietro Picone (Borsa) e Matteo Ferrara (Conte di Ceprano). Irida Dragoti, uno dei giovani talenti selezionati per la seconda edizione del progetto Young Artist Program dell’Opera di Roma, interpreta il ruolo di Giovanna. Il coro è diretto da Roberto Gabbiani. Per far rispettare le distanze sociali, i componenti del coro sono sui due lati della grande fossa dell’orchestra; sul palco, sono sostituiti da comparse e mimi.
Necessariamente, il suono è amplificato. Si tratta di amplificazione ambientale di grande qualità; nessuno è microfonato. In buca, Daniele Gatti ha sottolineato gli aspetti tragici, quasi shakespeariani dell’opera, con accenti sul ritmo e tempi veloci. Roberto Frontali è un noto Rigoletto per il pubblico di Roma; ha sottolineato gli aspetti dolorosi del personaggio. Ha avuto applausi a scena aperta nelle due principali arie del secondo atto Cortigiani Vil Razza e Vendetta, Tremenda Vendetta. Rosa Feola era incantevole e la sua coloratura era perfetta; ha avuto applausi dopo l’impervio Caro Nome nel primo atto. Ivan Ayon Rivas è un giovane tenore lirico peruviano che ha cantato il ruolo del Duca di Mantova in diversi teatri, tra cui il Teatro dell’Opera di Roma. È cresciuto nella parte durante l’esecuzione per essere perfetto nel quartetto del terzo atto. Molto buoni tutti gli altri. Insomma, un grande successo.