BOMBE DISTRUGGONO IL TEATRO DI MARIUPOL, IL BUNKER RESISTE

Poteva essere una strage ma per fortuna – o forse per calcolo – l’attacco al Teatro di Mariupol resta un evento catastrofico “solo” per la struttura dell’edificio sede dell’arte drammatica della città sotto assedio da tre settimane.

L’esercito russo da giorni prosegue in diversi raid contro Mariupol, la città portuale sul Mar d’Azov ormai accerchiata dalle forze separatiste del Donbass e dai soldati inviati da Mosca: nella serata di ieri però arriva notizia in Occidente del raid e della distruzione pressoché totale del teatro (come dimostrano le foto qui sotto, ndr), dove nei sotterranei si rifugiavano circa 500 civili. La foto satellitare della società Maxar ha poi mostrato in una vista dall’altro come accanto al teatro, l’esercito ucraino a Mariupol aveva dipinto a caratteri cubitali la scritta “bambini” (“дети” in cirillico) per far capire che sotto quell’edificio v’erano bunker anti-bombe. Il deputato dell’Oblast Sergei Taruta su Facebook stamattina ha rassicurato la comunità internazionale circa la presenza di feriti o vittime nell’attacco: «Dopo una terribile notte di incertezza la mattina del ventiduesimo giorno di guerra, finalmente buone notizie da Mariupol. Il rifugio antiaereo ha resistito. La gente sta uscendo viva dalle macerie!”». Il bunker ha resistito ma i civili c’erano, con effettivamente donne e bambini. Un altro deputato ucraino Dmytro Gurin alla BBC spiega che l’edificio del teatro «è stato distrutto. Abbiamo oltre mille donne e bambini nel rifugio antiaereo, nei sotterranei. Qualche minuto fa abbiamo saputo che il rifugio ha resistito e che loro sono sopravvissuti».



TEATRO MARIUPOL, SCAMBIO DI ACCUSE TRA RUSSIA E UCRAINA

La ong Human Rights Watch, con il suo referente in Ucraina Belkis Wille, ha sottolineato dopo diverse verifiche di non essere ancora in grado di capire chi possa davvero aver lanciato l’odioso attacco missilistico. «Finché non ne sapremo di più, non possiamo escludere la possibilità di un obiettivo militare ucraino nell’area del teatro, ma sappiamo che il teatro ospitava almeno 500 civili», spiega l’organizzazione umanitaria. «Ci sono serie preoccupazioni – ha poi aggiunto ancora Wille – su quale fosse l’obiettivo in una città sotto assedio da giorni e in cui telecomunicazioni, elettricità, acqua e riscaldamento sono stati quasi completamente interrotti». Come purtroppo già emerso diverse volte in questa ancora “breve” guerra in Ucraina, lo scambio di accuse e responsabilità tra le due parti in conflitto si ripropone anche sull’attacco di ieri sera al teatro drammatico di Mariupol: «Un altro orrendo crimine di guerra a Mariupol. Massiccio attacco russo al teatro drammatico dove si nascondevano centinaia di civili innocenti. L’edificio è ora completamente rovinato. I russi non potevano non sapere che si trattava di un rifugio per civili. Salva Mariupol! Ferma i criminali di guerra russi!», è l’accusa lanciata dal Ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. Il Cremlino però non ci sta e nega la paternità del raid, rilanciando invece l’accusa su Kiev: «secondo i dati affidabili disponibili, i militanti del battaglione nazionalista Azov hanno commesso una nuova sanguinosa provocazione, facendo saltare in aria l’edificio del teatro minato da loro», spiega ministero della Difesa di Mosca alla Tass. James Cleverly, numero due del Foreign Office inglese, condanna invece l’attacco del teatro di Mariupol come crimine di guerra compiuto da Putin: «sembra essere stato un attacco deliberato contro un obiettivo civile. Un’evidente violazione del diritto internazionale».



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