Il Covid-19 è costato, tra il 2020 e il primo semestre del 2021, un crollo a picco della spesa pro capite per spettacoli cinematografici e teatrali, e relativo indotto, superiore al 70% rispetto al 2019”.

Lo rendono noto il giornalista e critico musicale Maurizio Scandurra, esperto dei fenomeni del cambiamento in atto nella cosiddetta ‘event industry’, e l’Avvocato Patrizia Polliotto, Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, autori di uno studio congiunto sulla crisi di cinema e teatri in ormai un biennio di emergenza sanitaria.



La pandemia ha prodotto un abbattimento globale dei volumi del settore intrattenimento pari a circa 13 miliardi, di cui quasi 5 costituiscono il colossale ammanco patito solo da cinema e teatri: e tutto a dispetto di una crescita della spesa per musical, teatri e mostre che dal 2017 al 2019 aveva fatto registrare un significativo balzo in avanti con la progressiva moltiplicazione dell’offerta. Cresce, di contro, la fruizione di cultura tramite forme digitali alternative a quelle tradizionali, con un poderoso effetto-cesoia su tutto l’indotto che completa la filiera della produzione spettacoli dal vivo, falcidiata come mai prima d’ora dal Dopoguerra a oggi”, approfondiscono dialogando a due voci con Ilsussidiario.net.



Il teatro ha perso circa il 70% degli ingressi rispetto al 2019, subendo al contempo una drastica riduzione della spesa al botteghino che si attesta attorno al 79%, con una ricaduta negativa su hotellerie, ristorazione, viaggi e piccolo commercio, ovvero le voci aggiuntive di costo che completano l’investimento di chi trascorre una serata in platea o compie uno spostamento per assistere a uno spettacolo in compagnia. La breve ‘riapertura’ tra giugno e ottobre del 2020 si è rivelata una goccia nel mare, stanti limitazioni dovute ad accessi contingentati, spazi ridotti, prescrizioni stringenti e paura diffusa del contagio a fare da deterrente”, riflette il giornalista Maurizio Scandurra, opinionista in radio e in tv a ‘Canale Italia’, ‘Radio Radio’ e ‘La Zanzara’ su Radio 24.



“Urge una complessa e analitica visione prospettica d’insieme – prosegue l’Avvocato – tesa a garantire lavoro, occupazione e futuro a quel 30% di maestranze e tecnici a rischio di cessazione di attività per il prolungarsi dell’emergenza. Sono per lo più partite Iva individuali e PMI che operano anche nei backstage e faticano a tenere il passo anche con i costanti e costosi aggiornamenti tecnologici di settore che il mercato di riferimento richiede per continuare a essere competitivi”, fa notare Patrizia Polliotto, Presidente dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, che annovera incarichi al vertice in realtà prestigiose e di primo piano tra cui ‘Gruppo San Donato’, ‘Reply’, ‘Juventus’, ‘Compagnia di San Paolo’, ‘NB Aurora’ e molte altre.

Ma, a farne le spese, “E’ anche tutto il corollario di piccole e medie imprese – chiosano Scandurra e Polliotto – che vanno dai service audio-luci alle sartorie teatrali, per le quali è sempre più difficile sostenere la spesa corrente per assenza prolungata di cash flow, incluso l’aumento dei costi di approvvigionamento dovuti ai prezzi da record dei polimeri delle materie plastiche e all’impennata dei costi del tessile, entrambi mai così alti prima del Covid”.