L’integrazione tra grandi aziende tecnologiche e industria dei servizi finanziari potrebbe presto far registrare una nuova svolta, assai significativa. Del resto, la tecnologia ha abbassato le barriere d’ingresso nel settore finanziario e le Big Tech, negli ultimi anni, stanno sempre più penetrando in questo nuovo spazio.
L’esempio più recente, e rilevante, è rappresentato dalla carta di credito, Apple Card. Dopotutto, le carte di credito sono uno dei prodotti bancari più redditizi. Ciò che rende interessante, almeno in tesi, questo connubio tra tecnologia e finanza non sono tanto le caratteristiche commerciali del prodotto, quanto piuttosto l’esperienza d’uso e l’appartenenza a un ben determinato ecosistema digitale dei clienti finali; ciò implica, evidentemente, una forte fidelizzazione e profilazione degli stessi.
Le Big Tech, difatti, possono facilmente scalare le loro attività per fornire servizi finanziari di base, soprattutto laddove gran parte della popolazione non riesce ad accedere alle banche, per le più svariate ragioni. Utilizzando i big data e l’effetto networking delle loro piattaforme, queste società tecnologiche possono valutare meglio la rischiosità dei loro utenti, riducendo la necessità di garanzie collaterali per assicurare il rimborso, migliorando così l’efficienza della fornitura di servizi finanziari, la promozione dell’inclusione finanziaria e, di fatto, l’incremento dell’attività economica complessiva.
In questo contesto di carattere generale deve essere inquadrata la recente decisione di Apple di concludere nei prossimi 12-15 mesi la sua collaborazione con Goldman Sachs, partner storico per la gestione delle carte di credito Apple Card e del conto di risparmio Apple Savings Account. La partnership tra Apple e Goldman Sachs risale al 2019, quando venne lanciata la Apple Card, una carta di credito digitale progettata per integrarsi perfettamente nell’ecosistema Apple. La società di Cupertino è, da molti anni, fortemente impegnata nella cosiddetta “embedded finance“, vale a dire l’integrazione di prodotti e servizi finanziari nell’ecosistema esistente di hardware, software e servizi. La carta aveva riscosso un certo successo, attirando milioni di utenti, grazie al suo design elegante, ai vantaggi esclusivi per gli utenti Apple e alla semplicità di utilizzo. Al momento non è chiaro se la società abbia già trovato un nuovo partner.
Questa collaborazione, tuttavia, non è stata priva di ostacoli. Dal punto di vista degli utenti, l’Apple Card è stata, nella migliore delle ipotesi, un prodotto non molto performante. Nel mercato vi erano già molte carte con un 2% di cashback e altre che fanno anche molto meglio di ciò. Sotto altri punti di vista, nel 2022, Goldman Sachs è stata oggetto di un’indagine da parte del Consumer Financial Protection Bureau (CFPB) degli Stati Uniti per diverse lamentele dei clienti e per presunte discriminazioni di genere negli algoritmi utilizzati per stabilire i limiti di credito della Apple Card. L’indagine è tuttora in corso, ma ha gettato un’ombra sulla partnership e ha sollevato preoccupazioni sulla trasparenza e l’equità dei processi decisionali.
Oltre alle controversie legali, la partnership sembra aver incontrato anche sfide di natura strategica. Apple, da sempre attenta al controllo dei propri prodotti e servizi, potrebbe aver avvertito la necessità di una maggiore autonomia nella gestione dei propri servizi finanziari, senza dipendere da un partner esterno come Goldman Sachs.
La decisione di porre fine alla collaborazione con Goldman Sachs potrebbe indicare, dunque, una svolta nella strategia dei servizi finanziari di Apple nel voler sviluppare una propria piattaforma finanziaria indipendente. Ciò potrebbe consentire di offrire un’esperienza finanziaria più completa e personalizzata ai propri utenti, rafforzando la propria posizione nel settore fintech. A questo riguardo, è chiaro che l’obiettivo esplicito della società è quella di dominare lo spazio dei pagamenti digitali prossimi venturi, anche avvalendosi di ApplePay le cui statistiche sono lusinghiere considerato che, nel 2022, gli utenti, negli Stati Uniti, erano 50,8 milioni, mentre le proiezioni indicano che essi diverranno 67 milioni entro il 2026.
In conclusione, è indubbio che la società californiana sta cercando di sviluppare sempre più il suo approccio “walled-garden” per mantenere i propri clienti all’interno del suo ecosistema per tutte le loro esigenze finanziarie, fornendo allo stesso tempo delle motivazioni per attirarne di nuovi. Apple sta cercando di sfruttare, dunque, le sinergie tra i suoi ecosistemi rivolti agli utenti e ai commercianti attraverso i suoi prodotti finanziari, promuovendo l’utilizzo congiunto di più prodotti per migliorare l’esperienza d’uso e la fidelizzazione.
Ogni volta che accade qualcosa di simile si modifica, tuttavia, anche la percezione che i consumatori finali hanno dei servizi bancari e finanziari spingendo sempre più avanti l’asticella verso la digitalizzazione dei servizi e la personalizzazione degli stessi.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.