COLLOQUIO AL TELEFONO TRA DRAGHI E PUTIN: COSA SI SONO DETTI

Nel pomeriggio di oggi il Premier Mario Draghi e il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin sono tornati a sentirsi in video collegamento ad un mese e mezzo dall’ultima telefonata dove il Presidente del Consiglio aveva chiesto uno sviluppo deciso verso la pace e la tregua dalla guerra in Ucraina.



Ciò non era accaduto all’epoca e non sembra sia avvenuto neanche questa volta, come confermato dallo stesso Draghi nella breve conferenza stampa in serata da Palazzo Chigi: «Da Vladimir Putin non ho visto spiragli per la pace tra Russia e Ucraina». Nel corso della telefonata, voluta ed effettuata dal Premier italiano, il tema principale era stato però un altro, ovvero la grave crisi alimentare mondiale dovuta al blocco del grano sulle navi nei porti del Mar Nero. «Il colloquio si è incentrato sugli sviluppi della situazione in Ucraina e sugli sforzi per trovare una soluzione condivisa alla crisi alimentare in atto e alle sue gravi ripercussioni sui Paesi più poveri del mondo», recitava il comunicato stringato di Palazzo Chigi. Nella conferenza stampa Draghi ha spiegato però nel dettaglio come sia andato il breve colloquio telefonico con il Cremlino: «Nel pomeriggio ho cercato Putin per chiedergli di sbloccare il grano ed evitare una crisi alimentare mondiale. C’è stata una disponibilità a discutere, chiamerò Zelensky per verificare sul versante ucraino», ha spiegato il Presidente del Consiglio, sottolineando come vi sia ad oggi uno spiraglio di collaborazione tra Russia e Ucraina sul tema. «La collaborazione dev’essere da una parte quella di sminare questi porti, dall’altra quella di garantire che non avvengano attacchi durante il periodo di sminamento. Non abbiamo esplorato a lungo la questione di come garantirlo, ma chiaramente sarà un tentativo se le cose vanno avanti, perché potrebbe benissimo non avere esito. Comunque c’è stata effettivamente una disponibilità a procedere su questa direzione», ha concluso il Premier Draghi.



TELEFONATA DRAGHI-PUTIN, LA VERSIONE DEL CREMLINO

Se è dunque vero da un lato che lo sblocco del grano potrebbe avvenire tra qualche giorno, è altrettanto vero che dall’Italia non v’è molta speranza affinché vi sia un accordo stabile: «È un’iniziativa che ho sentito il dovere di prendere, per la gravità della crisi umanitaria che può toccare i più poveri del mondo. Speriamo».

Davanti alla mossa di Draghi sul grano, il colloquio con Putin non sembra comunque aver sortito effetti a più ampio raggio sulla pace in Ucraina: «Può essere un tentativo che non avrà esiti ma c’è stata disponibilità da parte di Putin. Ho terminato dicendo che chiamerò Zelensky per vedere se c’è volontà di procedere in questa direzione, se c’è disponibilità». Per il resto della telefonata, Draghi ha sottolineato come abbia più che altro ascoltato le posizioni del Presidente russo, a cominciare dal nodo ingente del gas: «Putin ha detto che continuerà a fornire le forniture, io non ho discusso, non ho risposto, non ho fatto nessuna osservazione, ma questa è la situazione attuale con tutti i Paesi tranne che per quei i Paesi che sono attaccati dalla Russia come la Finlandia e anche la Bulgaria alla quale per un giorno è stata sospesa la fornitura di gas». Dal Cremlino la versione offerta sulla telefonata tra Draghi e Putin resta tutto sommato fedele a quanto esposto dal Presidente del Consiglio: «Putin ha informato Draghi sul lavoro per stabilire la pace nel Donbas», si legge nel report diffuso dall’agenzia Tass su Telegram, «Il presidente russo ha illustrato a Draghi gli sforzi per garantire la sicurezza della navigazione nel Mar d’Azov e nel Mar Nero». Putin, parlando con Draghi, ha sottolineato poi che la Russia «è pronta a contribuire al superamento della crisi alimentare, a condizione che le sanzioni vengano revocate»; ancora dal Cremlino si rende noto come il Presidente russo con Draghi «ha dato una valutazione di principio dei negoziati congelati di Kiev con Mosca. La Russia è determinata a continuare a garantire forniture di gas ininterrotte all’Italia», conclude la nota del leader moscovita.