Proseguono serratissime le discussioni per giungere ad una pace veramente duratura in Ucraina e dopo la telefonata tra il presidente americano e quello russo dei giorni scorsi – durata quasi tre ore e definita da entrambi un positivo passo avanti verso la fine del conflitto – oggi se n’è tenuta un’altra tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky che sarebbe stata sensibilmente più breve, ma altrettanto (almeno, stando alle parole dello stesso tycoon) positiva: la strada verso la pace in Ucraina – insomma – sembra essere sempre più tracciata ed è probabile che già nei prossimi giorni potremmo parlare delle prime firme; sempre fermo restando la necessità di trovare un punto di accordo tra posizioni che sembrano ancora distanti anni luce.
Partendo proprio dalla telefonata tra Trump e Zelensky, secondo quanto dichiarato dallo stesso tycoon immediatamente dopo aver concluso il colloquio durato “circa un’ora”, l’oggetto di quella che ha definito una “ottima” chiamata è stato il tentativo dell’americano di “allineare sia la Russia che l’Ucraina in termini di richieste e necessità”: secondo il presidente repubblicano attualmente “siamo sulla buona strada“, ma per conoscere gli effettivi contenuti del colloquio sarà necessario ancora attendere la pubblicazione – che promette avverrà “a breve” – della “descrizione accurata” affidata a Marco Rubio e Michael Waltz.
Dopo la telefonata Trump-Zelensky restano ancora diverse incognite sulla pace in Ucraina: la tregua di 30 giorni e gli aiuti militari
Insomma, sono di fatto incerti i contenuti discussi durante la telefonata tra Trump e Zelensky, ma possiamo facilmente immaginare che il punto principale sia stato il tentativo di trovare una quadra per l’attuale tregua di 30 giorni che è stata accettata dalla Russia, ma non dall’Ucraina: si tratterebbe – aveva spiegato dopo il colloquio del presidente USA con Putin l’inviato speciale Steve Witkoff – di un parziale stop ai bombardamenti riguardante “l’energia e le infrastrutture in generale” che dovrebbe aprire ad una distensione dei rapporti tra i due leader belligeranti.
Similmente, tra i tanti punti discussi con Putin c’era anche un accordo per lo scambio tra Russia e Ucraina di circa 372 prigionieri di guerra; mentre resta ancora incerto il centrale tema – che secondo Trump non è stato neppure lontanamente toccato durante il colloquio con l’omologo russo – dell’interruzione degli aiuti militari a Kiev: un punto che difficilmente il presidente ucraino sarà disposto ad accettare, mentre anche da parte degli alleati europei – e in particolare dell’Alto rappresentante Kaja Kallas – è arrivato un fermo diniego all’ipotesi di ‘abbandonare’ militarmente l’Ucraina.