Si moltiplicano le indagini attorno all’app di messaggistica Telegram e dopo la recente inchiesta francese che ha portato all’arresto del proprietario e fondatore Pavel Durov (che si ‘nasconde’ anche dietro al social russo Vk, simile a Facebook) si è aperto anche un secondo fronte di indagine a Bruxelles: in questo caso – riferisce il Financial Times che ha dato per primo la notizia – l’ipotesi degli inquirenti europei è che l’app potrebbe aver violato il Digital Services Act entrato in vigore ormai da più di anno tra le proteste della maggior parte (per non dire tutti) dei Big tech americani e cinesi.
Per ora l’inchiesta su Telegram aperta a Bruxelles è ancora in fase di definizione e solamente tra qualche giorno o settimana sarà possibile scoprire il reale impianto accusatorio; ma l’ipotesi mossa fino a questo momento è che i vertici dell’azienda con sede a Dubai avrebbero (più o meno deliberatamente) mentito sulla quantità di utenti attivi sul territorio europeo in modo da eludere alcune tra le regole più stringenti del DSA europeo.
Facendo un passetto indietro – infatti – stando a quanto riporta il Digital Services Act ogni piattaforma che opera nei paesi europei è tenuta a fornire dati attendibili su quanto utenti quotidianamente vi accedano: in caso quel numero superi i 45 milioni i gestori delle piattaforme sono tenuti a rispettare una serie di norme più stringenti di quelle ‘minori’ in materia di moderazione dei contenuti; sottoponendosi anche ad audit con soggetti terzi e condividendo obbligatoriamente con la Commissione UE una serie di dati.
Telegram accusata di aver mentito sul numero di utenti mensili: l’indagine aperta dall’UE per violazione del Digital Services Act
Telegram – che per ora si è rifiutato di commentare l’indiscrezione lanciata dal Financial Times, confermata da due funzionari sentiti dal quotidiano economico – a febbraio avrebbe affermato di avere meno di 41 milioni di utenti e mentre nell’ultima revisione mensile dei dati (che risale a luglio) ha parlato di numeri “significativamente [inferiori] ai 45 milioni di destinatari attivi mensili medi in UE”; ad agosto non ha fornito alcun aggiornamento: già quest’ultimo punto è punibile ai sensi del DSA; ma secondo Bruxelles potrebbe trattarsi di una strategia.
Ad avvalorare ulteriormente l’ipotesi che su Telegram ci siano molti più utenti attivi di quanti effettivamente dichiarati ci sarebbero le parole dello stesso Durov che ad inizio anno al Financial Times aveva parlato di quasi 1 miliardo di persone attive al mese “più o meno proporzionale alla popolazione di ogni mercato”; mentre più di due anni fa (nel giugno 2022) sul blog ufficiale dell’app era stato dato l’annuncio del raggiungimento della soglia dei 700 milioni che le avevano permesso di entrare nella top 5 delle app più scaricate in tutto il mondo.