La telemedicina, con le sue terapie a distanza, potrebbe essere una svolta per gli ospedali. È ciò che stanno sperimentando al Policlinico di Bari con la dialisi. A parlarne è stato il dottor Gesualdo Loreto Uno Mattina. “I nostri pazienti sono felici e si sentono sicuri, perché sempre in contatto con i loro medici. La qualità della loro vita è di molto migliorata. Una coppia è andata in crociera, mentre altri riescono a lavorare senza difficoltà. Prima erano costretti a recarsi 3-5 volte a settimana in ospedale, ora vengono solo per i controlli mensili”.



Le comunicazioni veloci tra medici e paziente sono possibili anche attraverso l’attivazione delle reti ultraveloci. Su questo la struttura sanitaria pugliese è stata la prima tra quelle pubbliche. “La banda larga è importante perché si passa da una provinciale a una autostrada. Le trasmissioni dei dati e delle immagini sono molto più veloci. Noi siamo stati in grado di connettere 280 mila mq di strutture, che ora sono connesse rapidamente anche con l’ospedale pediatrico Giovanni XXIII e con un magazzino a Modugno. Era da dieci anni che ci lavoravamo”, ha raccontato l’esperto.



Telemedicina, la svolta con la terapia a distanza: le operazioni

I successi raccontati dal dottor Gesualdo Loreto non sono tuttavia gli unici raggiunti dal Policlinico di Bari, che sta puntando molto sulla telemedicina. A rivelarlo è stato il dottor Gianni Alessio. “Abbiamo effettuato il primo intervento al mondo di chirurgia corneale con comandi a distanza su un paziente di 53 anni affetto dalla sindrome di Cogan. Essa prevede che si formano delle vescicole sulla cornea, che compromettono la vista e causano dolori. Ho controllato il sistema completamente automatizzato dalla mia stanza, ma avrei potuto farlo anche dall’altra parte del mondo. Lo scopo è quello di andare in Paesi con cure mediche ridotte per offrire assistenza”, ha spiegato.

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