Il quintetto di Stephan non è una ensemble di musica barocca ma il nome di un ammasso di galassie che si fanno compagnia nel loro angolo di universo, a circa 290 milioni di anni luce dalla Terra, e delle quali il nuovo telescopio spaziale Webb ci ha appena mandato un’immagine molto nitida e suggestiva.
È solo una delle cinque immagini spettacolari con le quali il JWST, James Webb Space Telescope, ha fatto il suo debutto sulla scena mondiale mostrando subito di meritarsi pienamente la qualifica di erede di Hubble, il telescopio spaziale che da quasi trent’anni ci ha reso familiare il cosmo vicino e lontano aiutandoci, con la forza e l’efficacia delle immagini, a individuare e a volte a svelare tanti grandi segreti racchiusi nello spazio e nel tempo.
L’astronomia ha fatto passi da gigante da quando si è aperta la possibilità di osservare l’universo portando gli strumenti direttamente nello spazio; Hubble è l’emblema di questa nuova fase dell’osservazione astronomica e i suoi speciali occhi hanno permesso di penetrare le profondità cosmiche fino a distanze corrispondenti a come era l’universo 400 milioni di anni dopo il Big Bang, Con Webb si andrà ancor più in profondità, risalendo fino a 100 milioni di anni dall’inizio, all’epoca in cui si formavano le prime galassie.
Il passo avanti del JWST è ben esemplificato dalle prime cinque immagini diffuse in questi giorni, che a loro volta corrispondono a cinque temi caldi della ricerca astrofisica e cosmologica: la nascita delle prime galassie, la loro evoluzione, la nascita delle stelle, la formazione dei pianeti e lo studio dei pianeti extra-solari. Vedremo quindi dei primi piani mai visti della Nebulosa di Eta Carinae, fantasmagorica fucina di nuove stelle; della Nebulosa Anello del Sud, che abbraccia una stella nelle sue ultime fasi di vita; del pianeta WASP-96b, che orbita attorno a una stella a più di mille anni luce da noi. E poi la première di questo show spaziale: la foto di un ammasso di galassie (per gli astronomi SMACS 0723) che funziona come enorme lente che piega la luce proveniente dagli astri più lontani e permette di vedere oltre i suoi 5 miliardi di anni luce, verso lo spazio profondo. È questa l’immagine che la Nasa ha diffuso in anticipo, consentendo al presidente americano Joe Biden di trasformarsi in astrofisico e di illustrare agli ospiti della Casa Bianca le meraviglie del cielo.
Cosa permette al JWST di arrivare a tanto? Il telescopio spaziale è frutto della collaborazione fra Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia Spaziale Canadese (Csa); è stato lanciato il Natale scorso ed ora orbita a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, ben oltre la Luna, in un punto speciale (detto lagrangiano L2) di equilibrio tra le forze gravitazionali del Sole e della Terra; è anche una posizione favorevole per schermare gli strumenti dalla radiazione solare e permettere ad alcuni di loro di funzionare a -225 °C e quindi di raccogliere inalterata la radiazione infrarossa emessa dagli oggetti sotto osservazione. Il Webb è infatti un telescopio a infrarossi, “legge” cioè la componente infrarossa della luce emessa da stelle e galassie (mentre Hubble raccoglie preferibilmente la radiazione visibile e ultravioletta) e ciò consente una maggiore sensibilità osservativa e consente di cogliere aspetti e particolari altrimenti irraggiungibili. Naturalmente i due strumenti non sono in alternativa e tutta la ricchezza di immagini e di segnali che Hubble ci ha regalato in questi anni resta un patrimonio prezioso e che ancora per anni, oltre il tempo di vita del telescopio, darà lavoro agli astrofisici e regalerà a tutti momenti di bellezza e stupore.
Ma l’aspettativa per JWST è grande e dalle prime immagini sembra ben riposta. Pur nella consapevolezza che anche lo strumento più raffinato e potente non potrà esaurire la sovrabbondanza di segreti racchiusi nel cosmo; e che anche la più precisa e sofisticata immagine non sarà totalmente autoesplicativa e richiederà sempre qualcuno che sappia leggerla, interpretarla, connetterla col resto delle conoscenza e, in definitiva, abbia il coraggio di rischiare di spiegarne il significato.
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