Appare sotto assedio Bari, dove i clan sono tornati a uccidere. Ieri è stato ucciso il nipote del boss Capriati, ma per Vito Leccese “non c’è alcun collegamento con la richiesta di scioglimento del Comune“, che definisce “operazione politico-elettorale delle destre“. Il capo di gabinetto del sindaco Antonio Decaro, candidato di Pd, Verdi e alcune liste civiche nelle primarie di domenica, ne parla al Fatto Quotidiano, esprimendo il timore che nel capoluogo pugliese scoppi una nuova guerra tra mafie. “Sono preoccupato, perché il rischio è di una risposta del clan Capriati, quindi di una guerra tra mafie. Bisogna assolutamente evitarla, e bene ha fatto Decaro a richiedere la convocazione del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza“.
Per quanto riguarda il via libera del Viminale alla commissione d’accesso, Vito Leccese precisa nell’intervista che “in questi anni l’’amministrazione comunale non ha mai subito condizionamenti da parte delle organizzazioni criminali, di alcun genere“. L’inchiesta riguarda solo l’azienda di trasporto locale. Quell’operazione che ha portato a oltre 150 arresti, al sequestro di beni per oltre 30 milioni e alla decapitazione del clan Parisi, per Leccese, ha evidenziato “come le istituzioni abbiano sempre tenuto. Gli anticorpi hanno funzionato“.
“I TRASFORMISTI VANNO PRESI A CALCI NEL SEDERE”
L’inchiesta di Bari però ha toccato pure la politica, infatti sono stati disposti gli arresti domiciliari per una consigliera comunale, eletta con la destra e poi passata con la maggioranza. “Ho detto dal primo momento che i trasformisti vanno presi a calci nel sedere. Certe dinamiche nelle zone grigie vanno estirpate“, afferma Vito Leccese al Fatto Quotidiano. C’è poi la polemica per le dichiarazioni del governatore pugliese Michele Emiliano, il quale ha raccontato di aver accompagnato Antonio Decaro dalla sorella del boss Capriati, zio dell’uomo ucciso a Bari due notti fa.
“Emiliano aveva fatto ricorso a un’iperbole, come spesso fa. È una sua abitudine retorica. Dopodiché l’ultima cosa che si può dire di lui è che sia colluso con la mafia. Michele ha sempre combattuto i clan, prima da magistrato e poi da sindaco“. Per Leccese c’è il rischio che la vicenda venga strumentalizzata politicamente. Intanto guarda avanti, alle primarie: “Io rappresento la continuità, ma abbinata all’innovazione. Ci sono da gestire gli investimenti di quasi un miliardo derivati dal Pnrr. E bisogna lavorare al piano urbanistico, con una visione ecologista, quindi limitando il consumo di suolo“.