L’infortunio al tendine d’Achille rimediato nella serata di venerdì 2 luglio 2021 dal terzino sinistro della Roma e della Nazionale italiana Leonardo Spinazzola nel corso di Italia Belgio, match valido per i quarti di finale degli Europei 2020, costringerà il laterale a un lungo periodo di stop dall’attività agonistica. Da un punto di vista squisitamente medico, infatti, il tendine d’Achille collega i muscoli del polpaccio al calcagno ed è il responsabile di numerosi movimenti che vengono effettuati a livello del piede e della gamba. Solitamente la sua resistenza è molto elevata, ma, qualora venga sottoposto a sollecitazioni eccessive e sforzi prolungati nel tempo, può purtroppo lacerarsi e arrivare addirittura a spezzarsi e la sua rottura può risultare parziale o totale.



Si tratta di un evento che si verifica piuttosto comunemente nei soggetti che praticano sport, con gli uomini che sono più esposti al rischio di rottura, superiore sino a 5 volte rispetto a quello che corrono le donne. La fascia d’età più colpita da questo tipo d’infortunio è quella tra i 30 e i 40 anni (Spinazzola ne ha 28, ndr). Spesso il tendine d’Achille cede quando si aumenta eccessivamente l’intensità dell’attività sportiva; dunque, sono da ritenersi più “pericolose” in tal senso le discipline caratterizzate da corse, salti e scatti (come calcio, basket e tennis).



ROTTURA TENDINE D’ACHILLE: TEMPI DI RECUPERO

Quando si rompe il tendine d’Achille, come purtroppo accaduto a Leonardo Spinazzola nel corso della sfida tra Italia e Belgio, si avverte uno schiocco, una frustata, con dolore intenso all’altezza del tallone, che tende subito a gonfiare. Dopodiché, non si riesce a piegare il piede verso il basso né si riesce ad alzarsi sulla punta del piede infortunato. Per accertare con esattezza l’entità del danno subìto e capire se si tratta di una rottura totale o parziale, il medico richiede l’esecuzione di una risonanza magnetica.



A prescindere da questo aspetto, quando avviene la rottura completa i soggetti più giovani sono invitati a sottoporsi a intervento chirurgico, che consente di ricucire il tendine lacerato. Qualora la rottura sia solo parziale, invece, si può utilizzare un gesso con sostegni utili a tenere il piede in posizione equina e favorire la rimarginazione del tendine lacerato. Servono poi alcune sedute fisioterapiche per avviare un programma di potenziamento muscolare a livello degli arti inferiori, comprendente ovviamente anche lo stesso tendine d’Achille. Per un ritorno all’attività sportiva, occorrono dai 4 ai 6 mesi di riposo assoluto. Ergo, la Roma potrà riabbracciare Spinazzola con ogni probabilità non prima di dicembre e, verosimilmente, dovrà attendere il 2022.