Lo scandalo del MeToo arriva anche nel cuore della politica cinese, con l’ex vicepremier Zhang Gaoli chiamato in causa dopo le pesanti accuse social rivoltegli dalla tennista Peng Shuai. La donna, 35 anni e numero uno al mondo nella classifica del doppio femminile nel 2014, ha puntato il dito contro il politico, accusato di aver abusato sessualmente di lei e di averla costretta a intrattenere una relazione sentimentale per diversi anni. Sulla piattaforma cinese Weibo la sportiva ha scritto un post, ma dopo poche ore è scomparso.
“So che dato il tuo potere non hai paura di me, vicepremier Zhang Gaoli, ma anche se sono sola, come un uovo che si scontra con una roccia, come una falena verso una fiamma, dirò la verità su di te” ha scritto la tennista. L’accusa di Peng Shuai è controversa, non verificata e non verificabile. Ma la 35enne ha ricordato come nel 2007 il politico la invitò per una partita e dopo aver giocato la violentò: “Ero molto spaventata, ma non mi aspettavo che lui si comportasse in quel modo“.
Peng Shuai, dal web: “Spero per lei sia all’estero”
La tennista ha raccontato il proprio dramma in un post sul social Weibo, ma pochi istanti dopo lo stesso messaggio è scomparso. Come sempre c’è stato però chi è riuscito in quegli attimi a fare gli screen del post, condividendolo e rendendolo noto alla stampa. Mai un’accusa di MeToo aveva raggiunto un personaggio così importante come Zhang, infatti la Cina rifiuta ancora di riconoscere che le molestie e violenze sessuali siano un problema sociale.
Il dolore subito dalla violenza e dal rapporto obbligato col politico ha scatenato la solidarietà del popolo web che ha aggirato la censura di Weibo per dimostrare affetto e vicinanza alla tennista Peng Shuai. C’è chi si preoccupa anche delle sorti della 35enne: “Spero solo che sia all’estero, perché in Cina finirebbe in un mare di guai”.