L’allarme arriva da diverse intelligence europee ed è stato ripreso dal Financial Times: i russi hanno in animo di colpire l’Europa con atti di sabotaggio, che potrebbero riguardare infrastrutture fisiche o concretizzarsi in attacchi cyber. Avrebbero anche già agito in questo senso: ci sono episodi che potrebbero essere annoverati tra gli avvenimenti di questo genere, come l’incendio nel Regno Unito di un magazzino che conteneva aiuti per l’Ucraina, per il quale sono state arrestate due persone, o l’attacco in Estonia all’auto del ministro degli Interni. Per non dimenticare l’arresto di due cittadini russi di nascita che in Germania sono stati accusati di aver ideato attentati a strutture militari e logistiche.
“La Russia – spiega Stefano Piazza, giornalista e scrittore, esperto di sicurezza e terrorismo – ha da tempo una sua rete che agisce in Europa, che riguarda anche il livello politico. L’allarme delle agenzie di intelligence europee va preso seriamente in considerazione”. Fra le nazioni attaccate ci sarebbero la Repubblica Ceca, dove sarebbe stato sabotato un sistema ferroviario, ma anche la Lettonia, la Lituania e la Polonia, così come la Svezia. Tutte nazioni della fascia Est dell’Europa vicine al confine russo e critiche sulla guerra scatenata da Putin in Ucraina.
Quanto è serio l’allarme sabotaggi che i russi vorrebbero compiere in Europa?
È preoccupante, è l’ennesimo strumento di cui Putin si serve e di cui si servirà sempre di più. Un allarme fondato su alcuni fatti specifici: ci sono stati gli arresti dei russi che volevano attaccare basi NATO in Germania un paio di settimane fa e poi ci sono approfondimenti investigativi. Si sa che l’FSB (il servizio segreto russo interno, nda) è molto presente in Europa. Gioca sulla corruzione politica e di opinion leaders che possono sponsorizzare le posizioni del Cremlino. Basta pensare al caso dell’assistente di un candidato dell’AfD in Germania, accusato di aver passato segreti alla Cina. Il suo politico di riferimento è un filorusso scatenato. C’è il pericolo che la Russia faccia queste cose: le elezioni europee sono alle porte. Putin usa le fake news, usa gli uomini politici, molti insospettabili.
Come avviene il reclutamento delle persone che si occupano materialmente degli attentati?
La mafia russa in Spagna è molto presente, come abbiamo visto in occasione della vicenda del pilota russo disertore che proprio lì è stato trovato morto. Hanno la possibilità di utilizzarla: in alcune zone ci sono più russi che spagnoli. È un’organizzazione criminale presente anche in Francia. Poi ci sono gli uomini dell’FSB, la cui rete si appoggia alle ambasciate, alle associazioni culturali e ad altri centri. Agiscono su vari livelli, entrando in azione direttamente o sfruttando delinquenti comuni.
La maggior parte degli episodi già segnalati riguardano i Paesi dell’Est europeo o come la Svezia, comunque quasi vicina di casa dei russi. C’è un motivo?
È un’area che privilegiano, che potrebbe essere teatro di attacchi importanti, imponenti, anche cyber. Il rischio lì, in una zona di contatto con i Paesi NATO, è enorme.
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha parlato del pericolo di attacchi cyber. È anche questo uno dei fronti dell’annunciato sabotaggio russo?
Gli attacchi cyber sono una specialità dei russi, soprattutto in questa fase di campagna elettorale delle europee, in cui sono molto attivi. Tajani dice che siamo pronti ad affrontare questi attacchi: io su questo sarei cauto. Comunque bisogna essere vigili su tutto.
I russi torneranno a utilizzare i loro hacker?
Hanno una grande tradizione in questo senso, gruppi che lavorano per il Cremlino pur non essendo ufficialmente legati alle autorità russe. A San Pietroburgo ci sono diverse farms di questo tipo. Poi gli hacker sono in giro per il mondo. Possono bloccare i sistemi di pagamento di una banca, un acquedotto, attaccare ospedali o un aeroporto. Tutte le strutture sensibili sono facilmente attaccabili. D’altra parte i gruppi criminali cyber della Nord Corea alimentano lo Stato rubando criptovalute da decenni, con un bilancio miliardario. Poi c’è la propaganda.
Come agiscono in questo campo?
In questi giorni ho ricevuto un video in cui si vede il comizio di un politico israeliano che viene contestato da una persona. La descrizione è questa: “Ministro israeliano attaccato da un cittadino ucraino”. Ma è un falso creato con l’intelligenza artificiale. Sono contenuti che fanno girare sui loro siti, poi c’è la catena di whatsapp. Hanno strutture che diffondono questi contenuti.
Nel riferire di questo allarme sabotaggi c’è una parte di contro-propaganda occidentale, per screditare i russi?
La Russia non è pericolosa da oggi. Ogni volta che ci si trova in un passaggio delicatissimo come quello delle elezioni europee tutto diventa ingigantito. Ma accadrà anche per le elezioni americane. I russi sono attivi quando c’è un appuntamento elettorale, hanno convenienza ad avere più “amici” nel parlamento europeo.
Il caso dell’esponente del partito di destra AfD in Germania è isolato o si tratta di una strategia?
È pieno di questi casi, anche nel parlamento europeo. Putin ha detto che hanno molti amici fuori dalla Russia. Anche in Italia. Ci sono molti personaggi che sono coinvolti a diverso titolo, alcuni direttamente, altri sono “utili idioti”. Il pericolo di sabotaggio, comunque, può riguardare qualsiasi tipo di infrastruttura. L’obiettivo è di destabilizzare l’Occidente, perché schierato con gli ucraini: una guerra ibrida che non viene fatta con i carri armati ma con questi mezzi.
(Paolo Rossetti)
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