Teodora Stefanova sostiene di essere in comunicazione con un’entità aliena, che non ha mai cessato di parlarle dopo un terribile incidente avvenuto quando aveva 21 anni. Lei stessa, intervistata da Il Giornale, ha rievocato quei momenti in seguito ai quali una voce nella sua testa si è risvegliata per non lasciarla più. “Ero a fare uno stage, prima di finire l’Università. Un amico una sera mi invita ad andare a ballare – racconta Teodora Stefanova, nata in Bulgaria – È stato solo un attimo, ricordo solo il testacoda, lo scontro, frontale, fortissimo. Poi più niente. era il 13 luglio 1984”.



Sono rimasta in coma per 18 giorni. Se mi chiedi ‘hai visto tunnel’, ‘hai visto la luce’ ti dico che non ho visto niente di queste cose, ma so benissimo che sono stata trasportata in un’altra dimensione”. Teodora Stefanova ricorda che subito dopo il gravissimo incidente “non ricordavo niente, non riconoscevo nessuno, i miei genitori, mio fratello, i miei amici. Memoria svanita”. Eppure, “dopo una settimana ho sentito una voce che mi diceva di non preoccuparmi, che ero stata contatta da un altro pianeta… Mi ha detto ‘mi chiamo Unilsan, noi ti abbiamo scelto, tu sei il nostro canale e hai una missione: devi parlare alle persone, devi aiutare il prossimo. Prendi un foglio, una penna e scrivi…”. Di quei momenti confessa che “ero la prima a essere spaventata. Avevo paura di confidarmi anche con mia mamma”.



Teodora Stefanova, “polizia pensava facessi propaganda politica. Mi lasciarono andare dopo che…”

Dal giorno dell’incidente, Teodora Stefanova non ha mai smesso di sentire la voce dell’alieno nella sua testa. Mentre oggi questa vicenda l’ha portata al successo, all’inizio le cose sono state tutt’altro che facili. “Sono tornata in montagna a concludere lo stage in un albergo” spiega a Il Giornale, “in un luogo riservato solo ai turisti dove i bulgari non potevano entrare. Dopo 3/4 giorni c’era la coda di persone che arrivavano da ogni dove per farsi leggere il futuro. E, dietro, la polizia”. Racconta che “volevano spiegazioni. Pensavano che potessi fare propaganda politica”. Teodora Stefanova viene allora portata dal capo della polizia: “lui all’inizio è molto arrogante – ricorda – mi dice che non sa se uscirò da questa stanza”. Poi però “mi è arrivata una forza improvvisa e gli ho detto ‘lei è sposato ed ha un figlio e un nipote di 12 anni che sarà investito mentre attraversa la strada. Starà tre giorni in coma, ma si salverà e starà bene’”. Fin quando “passa mezz’ora e il nipote viene investito davvero. Mi ha lasciato andare”.



Teodora Stefanova svela a Il Giornale che nel 1985 viene portata dal presidente bulgaro Zivkov. “Lui ha cominciato a parlarmi come un papà, come una persona che ti dà consigli, che ti sgrida” così lei rivela la sua storia, ottenendo una relazione scettica. Ma poi “mi chiede di dirgli qualcosa su di lui, sulla sua vita. a me tremava la voce, ho iniziato a raccontargli cose che non potevo sapere. Da lì è stato un crescendo, ha chiamato i suoi uomini, le mogli dei ministri mi preparavano il pranzo, mi mandavano la macchina a prendermi per le consulenze”.