Colpo di scena nella vicenda giudiziaria legata al testamento di Teodosio Losito, lo sceneggiatore morto suicida l’8 gennaio 2019 in circostanze che la Procura di Roma vuole chiarire con la sua indagine. I giudici del Tribunale del Riesame hanno deciso di annullare il provvedimento di sequestro da 5 milioni di euro nei confronti di Alberto Tarallo, patron della Ares film. Una decisione che ribalta la situazione, visto che finora il produttore cinematografico era dato per sconfitto.

Iscritto nel registro degli indagati per falso, in quanto per la Procura avrebbe contraffatto le lettere di addio e il testamento dello sceneggiatore, suo compagno di vita, per aggiudicarsi l’eredità. Inoltre, Alberto Tarallo è indagato anche per istigazione al suicidio, reato però per i quali i magistrati, secondo il Corriere della Sera, intendono chiedere l’archiviazione in tempi brevi dopo aver indagato per un anno.

MARGINI DI SUCCESSO PER ALBERTO TARALLO?

Ora Alberto Tarallo, che è assistito dagli avvocati Daria Pesce e Franco Coppi, può affrontare l’inchiesta con margini di successo. La Procura di Roma ha ascoltato uno stuolo di attori e vip sulle dinamiche interne alla Ares film e alla Villa di Zagarolo che ne ospitava alcuni. Il vero colpo di scena era arrivato comunque con la perizia calligrafica sulle lettere e il testamento, in quanto per l’esperta della Procura si trattava della scrittura di Alberto Tarallo che simulava quella di Teodosio Losito.

Ma la decisione dei giudici del Tribunale del Riesame, che hanno deciso di cullare il provvedimento di sequestro, ribaltano queste conclusioni, accogliendo l’istanza presentata dai difensori del produttore cinematografico, a cui la Guardia di Finanza, su richiesta dei pm di piazzale Clodio, aveva sequestrato beni a lui riconducibili tra cui auto, immobili e terreni. Le motivazioni della decisione verranno depositate nelle prossime settimane.