Contro i batteri resistenti agli antibiotici tornano sanguisughe e vermi
Per diversi lunghi mesi negli anni ’90, Ronald Sherman ha viaggiato in tutta la California cercando mosche e vermi per portare avanti uno studio sulle malattie infettive. Il medico voleva comprendere il reale potenziale del metodo per pulire le ferite. Alla facoltà di medicina, l’esperto aveva scritto un articolo sulla terapia con i vermi e sanguisughe, ripercorrendo come aiutassero a guarire i soldati nelle guerre napoleoniche, nella guerra civile americana e nella prima guerra mondiale. Dopo aver curato i suoi primi pazienti con i vermi, Sherman rimase impressionato dai risultati.
La terapia, inizialmente guardata con sospetto, negli anni si è affermata. Tra il 2007 e il 2019, il numero di pazienti trattati con vermi e sanguisughe è aumentato del 47%. Nel frattempo, in Galles c’è una fattoria che fornisce ogni anno 60.000 sanguisughe a scopo medico al SSN e ad altri operatori sanitari. Non solo animali: anche il miele viene utilizzato per curare ferite e infezioni. Un ricercatore, Joel Yupanqui Mieles, ha spiegato al The Guardian: “Una cosa è certa: l’aumento della resistenza globale agli antibiotici sta stimolando lo sviluppo di nuove terapie come alternative per combattere le infezioni e il miele, pensiamo, abbia un ruolo da svolgere in questo”.
I vermi promuovono la guarigione delle ferite
Al The Guardian, Sherman ha spiegato: “C’è un tabù che ostacola le persone che usano la tecnica”. Gli studi hanno scoperto che i vermi e le sanguisughe riducono la superficie di una ferita e promuovono la guarigione più velocemente rispetto alle medicazioni convenzionali. A seguito del lavoro di Sherman e del lavoro concomitante del medico britannico Steve Thomas, il NHS ha accettato l’uso della terapia con larve nel 2004. Vicky Phillips, responsabile del supporto clinico presso BioMonde, istruisce i medici sui vantaggi della terapia con larve, che mangiano tessuto morto. “Dico sempre ai pazienti e ai medici che questi sono i piccoli vermi più puliti che incontreranno mai”, ha spiegato Phillips. Infatti le uova delle mosche vengono disinfettate prima che si schiudano.
Steve Thomas, ormai 74enne, ha contribuito a portare i vermi e le sanguisughe nel NHS. Al The Guardian, ha spiegato via email: “Qualsiasi prodotto progettato per uso medicinale deve passare attraverso un rigoroso programma di test di sicurezza e un processo di affari normativi prima di essere approvato per uso umano. In caso di successo, questo porta a studi clinici. Questi sono incredibilmente dispendiosi in termini di tempo e molto costosi e, con poche eccezioni, sono quasi sempre finanziati dall’industria. Nessuna azienda investirà il tipo di denaro per eseguire questo lavoro su un prodotto che non può brevettare”. Thomas sta studiando attualmente l’uso dell’allicina, una molecola presente nell’aglio che servirebbe per trattare le infezioni polmonari.