Le terapie intensive sono per l’Italia l’anello debole della catena Covid. Il rischio che i posti disponibili finiscano c’è ed è concreto. Lo scenario è drammatico, seppur potenziale al momento. Questo è anche il motivo per il quale il nostro Paese si avvicina al lockdown. I numeri non sono così drammatici a prima vista, perché i malati Covid ricoverati in terapia intensiva sono 1.843. Se teniamo conto che i posti disponibili sono 7.123, allora è evidente che siamo al 25,8% della capienza. Se poi prendiamo gli 8.939 posti che possono essere attivati, si scende al 20,6%. Si arriva sotto il 19% visto che si potrebbe arrivare a 10.300 posti con un’altra tranche di ventilatori. Va detto, però, come evidenziato dal Corriere della Sera, che questi dati tengono conto solo dei pazienti affetti da Covid, ma ci sono pure gli altri. E c’è pure la questione del personale: secondo un sindacato degli anestesisti Aaroi-Emac, possono funzionare ad oggi solo 7mila posti con gli organici a disposizione.
TERAPIE INTENSIVE, PREVISIONE: PUNTO CRITICO METÀ NOVEMBRE
Ma una fotografia non serve a prevedere come si evolve un fenomeno. Non ci si può soffermare solo sui posti disponibili, ma bisogna tenere presente anche la tendenza dei ricoveri nelle terapie intensive. Questa, come evidenziato dal Corriere della Sera, è preoccupante. Ieri infatti c’è stata una crescita del 5,5% dei pazienti Covid entrati in rianimazione. L’aumento è poi sempre più corposo, giorno dopo giorno. «Non siamo ancora al punto critico ma la pressione c’è», analizza Massimo Antonelli, direttore del Dipartimento di emergenza e rianimazione del Gemelli di Roma, membro del Comitato tecnico scientifico (Cts). Quando rischiamo di arrivare al punto critico? «Se la tendenza rimane questa potremmo esserci già a metà novembre», la previsione secca di Antonelli. Inoltre, chi finisce oggi in terapia intensiva, si è contagiato almeno due settimane fa, quando c’erano “solo” 8mila casi. Un quarto rispetto a ieri. Infine, gli effetti delle restrizioni emergono dopo 15 giorni. Questo vuol dire che bisogna stringere ancora i denti.