“Vedo che il segretario della Cgil Maurizio Landini ora spiega che non può permettersi il lusso di un addetto stampa, e che quindi lo deve licenziare per motivi economici. Che dire? É esattamente la giustificazione che usano tutti gli imprenditori (Landini direbbe «i padroni», ndr) che non sono capaci di fare innovazione”: questa la stoccata di Teresa Bellanova, esponente di Italia Viva ed ex Cgil, ai microfoni del Giornale.



Al centro del dibattito il renziano Jobs Act, osteggiato dalla Cgil di Landini, ma Bellanova ha le idee chiare: “Se Landini avesse voluto utilizzare gli strumenti di quella riforma, avrebbe potuto evitare un licenziamento così brusco”. Il perché è presto detto: “Proprio il tanto vituperato Jobs Act prevede la possibilità di trasferire il lavoratore che lo voglia da un settore in cui si deve ridurre il personale ad un altro, salvaguardandone il salario. Perché non lo ha fatto, nel caso di Massimo Gibelli?”.



L’analisi di Teresa Bellanova

Teresa Bellanova ha poi stroncato anche il Pd, che oggi segue la linea di Landini sul Jobs Act ma ai tempi dell’approvazione non c’era un ministro, sottosegretario, capogruppo dem contrario. “Non è solo un errore, è slealtà e scarso senso di responsabilità politica”, l’affondo dell’ex sindacalista. Bellanova si è poi soffermata sui cambiamenti interni alla sua ex Cgil: “Guardi, io sono ancora iscritta alla Cgil. Dal 2018 non ho più nemmeno ricevuto la tessera, per non parlare di una convocazione per riunioni, assemblee, discussioni. Mi pare si stia perdendo il rapporto con il mondo reale, a cominciare dai giovani che infatti non riconoscono più un sindacato sempre più burocratico come interlocutore. Ai miei tempi, dalle vertenze dei braccianti a quelle dei tessili, non esistevano weekend o orari: si facevano le assemblee la domenica o alle 5 del mattino per il primo turno. La verità è che il sindacato vive una crisi profonda di rappresentanza analoga a quella dei partiti. E Landini organizza manifestazioni e insegue la politica per mancanza di progetto e di capacità di proposte verso il mondo del lavoro e il suo futuro”.

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