Teresa Saponangelo, chi è e carriera: dal debutto al David di Donatello
Teresa Saponangelo torna a vestire i panni di Nives nella nuova stagione di Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso, e oggi pomeriggio sarà protagonista da Caterina Balivo a La volta buona su Rai 1 al fianco della collega Giulia Bevilacqua, new entry nella serie da quest’anno. Nata a Taranto nel 1973 ma cresciuta a Napoli, Teresa Saponangelo si è avvicinata sin da giovane al mondo della recitazione, laureandosi al DAMS e frequentando un corso triennale di formazione teatrale.
La grande svolta arriva nel 1994 quando, dopo essersi trasferita a Roma, debutta al cinema ne Il verificatore di Stefano Incerti; seguono poi le collaborazioni con i più grandi registi, essendo stata diretta da Paolo Virzì nel 1995 in Ferie d’agosto e da Silvio Soldini l’anno successivo ne Le acrobate. A coronamento di una carriera cinematografica importante è poi arrivata la chiamata di Paolo Sorrentino, che l’ha voluta nel 2021 nel cast di È stata la mano di Dio, film grazie al quale l’attrice ha vinto il David di Donatello come Miglior attrice non protagonista.
Teresa Saponangelo, dalla tv alla vita privata: l’ex marito David Emmer e il figlio Luciano
Per quanto riguarda la carriera televisiva, il debutto di Teresa Saponangelo è arrivato nel 1998 nella serie Un medico in famiglia, recitando successivamente nel 2003 ne La squadra. Tra il 2014 e il 2015 ha poi recitato in alcuni episodi di Squadra antimafia, mentre dal 2022 veste i panni di Nives, ex moglie del protagonista, nella serie Rai Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso, che torna in onda con la sua seconda stagione a partire da domenica 24 novembre 2024.
In riferimento alla vita privata, sappiamo che l’attrice è stata sposata con il regista, sceneggiatore e autore televisivo David Emmer e che dal loro amore è nato un figlio, Luciano. Rarissime le dichiarazioni pubbliche in merito all’ex marito, mentre sul figlio, in un’intervista a Vanity Fair del 2022, aveva confessato: “Dice che diventerà un regista. Sta frequentando il liceo linguistico e tutto quello che faccio per lui non è interessante, anche se poi non è vero, perché mi viene a vedere a teatro, di nascosto io lo guardo e lui sorride, si emoziona. Temo che patisca un po’ il mio bisogno di controllo, il mio fiato sul collo, il mio desiderio che realizzi grandi cose“.