Quali sono le nuove regole per i termosifoni e l’illuminazione pubblica, destinate a entrare in vigore nel prossimo autunno/inverno? Presto ancora per dare una risposta definitiva, ma qualcosa comincia a muoversi. Nella prima bozza del piano del governo Draghi si parla della riduzione della temperatura del riscaldamento domestico di due gradi (al massimo 18) e della diminuzione di due ore della durata di accensione dei caloriferi. Trattandosi tuttavia di un documento embrionale, esso potrà ancora essere oggetto di variazioni e modifiche, anche e soprattutto alla luce delle imminenti elezioni del 25 settembre, che ridisegneranno completamente lo scenario politico nel nostro Paese.



In assenza di direttive ufficiali, i Comuni procederanno in ordine sparso ad attuare eventuali iniziative autonome per il risparmio energetico e, in tal senso, i punti luce attivi presenti sul territorio nazionale sono circa 10 milioni. Come anticipato dall’agenzia giornalistica “AGI”, “singoli interventi municipali potrebbero riguardare lo spegnimento oppure la riduzione dell’illuminazione di monumenti, fontane ed edifici pubblici, in linea con quanto già avviene in alcuni Paesi europei. Una ventata di austerity che altrove già coinvolge le vetrine dei negozi e gli uffici pubblici”.



TERMOSIFONI E ILLUMINAZIONE PUBBLICA: LA DIVISIONE DELL’ITALIA IN FASCE

Oltre all’illuminazione pubblica, dicevamo, c’è il capitolo termosifoni: un decreto del presidente della Repubblica del 1993 divide l’Italia a seconda delle zone climatiche con fasce dalla A alla F in base al clima medio registrato, indipendentemente dalla latitudine. La zona F, la più fredda, comprende le Alpi di Belluno e Trento, ove, almeno fino ad oggi, non ci sono limitazioni per il periodo e l’orario di accensione del riscaldamento.

E le altre zone? Nella E i termosifoni si possono accendere dal 15 ottobre al 15 aprile, per un massimo di 14 ore al giorno (Alessandria, Bergamo, Brescia, Bolzano, Milano, Padova, Torino, Bologna, L’Aquila, Parma, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Arezzo, Perugia e Potenza). Nell’area D termosifoni accesi dal 1° novembre al 15 aprile, con al massimo 12 ore di funzionamento (Avellino, Caltanissetta, Firenze, Genova, Livorno, Pisa, Roma, Siena e Vibo Valentia). In zona C riscaldamento acceso dal 15 novembre al 31 marzo per un massimo di 10 ore al dì (fascia adriatica nord e le province di Bari, Cagliari, Cosenza, Napoli, Oristano, Salerno e Taranto). Infine, le aree più miti: la B, con accensione massima per 8 ore e dal primo dicembre al 31 marzo (Agrigento, Catania, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani), e la A, con termosifoni operativi dal 1 dicembre al 15 marzo per 6 ore massimo al giorno (Linosa e Lampedusa e la zona di Porto Empedocle).