Giornata importante quella di ieri a Napoli, dove la SIGEA, Società Italiana di Geologia Ambientale, ha presentato un dossier sui siti contaminati della Penisola: da Bagnoli alla Terra dei Fuochi, dalla Lombardia alla Puglia. Come riportato da ottopagine.it, Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale (Sigea), ha ricordato: “In Italia sono presenti circa 16.435 siti contaminati con procedimento in corso e 13.258 con procedimento concluso. Restringendo il campo e descrivendo la situazione di una Regione specifica, la Campania, seguita a ruota anche dalla Sicilia, dopo 20 anni e più di studio di problematiche ambientali in Campania (dal 1997) ed in particolar modo dell’agro aversano attraverso numerosi accertamenti tecnici disposti dall’Autorità Giudiziaria, il quadro che ne viene fuori circa la problematica delle discariche autorizzate (controllate), abusive (non controllate), smaltimenti abusivi e qualunque altra fonte di contaminazione di questo territorio, è ben chiaro e si presenta quasi sempre allo stesso modo“.



TERRA DEI FUOCHI E SITI CONTAMINATI: “INTERESSATO 3% TERRITORIO NAZIONALE”

Fiore ha proseguito ricordando come in Italia sia addirittura il 3% del territorio nazionale ad essere interessato da aree altamente contaminate: “Situazione amianto in Italia: sull’intero territorio nazionale sono stati individuati ad oggi 41 Siti da bonificare di interesse nazionale (Sin) ed oltre 12.000 siti di competenza regionale per i quali è in corso il procedimento amministrativo per la relativa caratterizzazione e successiva messa in sicurezza o bonifica. Si considerano siti contaminati le aree del territorio nazionale nelle quali è stata accertata una alterazione delle caratteristiche qualitative delle matrici ambientali, tale da risultare non accettabile per la salute umana e/o per l’ambiente. Le difficoltà di portare a compimento la bonifica di tali aree altamente contaminate, che ricoprono circa il 3% dell’intero territorio nazionale sono determinate principalmente da procedure amministrative articolate, dal numero degli attori coinvolti, dalle complessità tecnico/operative, dai costi rilevanti per le Pubbliche Amministrazioni e per i Soggetti privati interessati“. Nello specifico sono 41 i siti di Interesse Nazionale contaminati: in 17 di questi “è stata riscontrata una contaminazione delle matrici ambientali aria, acqua e suolo da amianto. In particolare: 11 risultano principalmente contaminati da amianto, contaminazione diffusa in tutto il perimetro, e 6 sono quelli in cui vi è una contaminazione secondaria (contaminazione presente in una porzione del perimetro)“. Secondo Fiore “solo attraverso una corretta mappatura si possono ricercare soluzioni innovative, e possibilmente a basso costo, per risanare e bonificare terreni e acque sotterranee, ovviamente senza tralasciare le best practice per la corretta gestione dei rifiuti e dei siti di conferimento al fine di non ritrovarsi tra qualche anno a dover nuovamente intervenire per risanare queste aree. Nel settore della gestione delle sostanze inquinati, che danneggiano l’ambiente e la vita che esso ospita, si devono risanare gli errori del passato, gestire con oculatezza e vigilanza il presente e progettare il futuro in sicurezza“.

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