La Terra in origine potrebbe essere stata più piatta, con una forma simile a quella di uno Smartie. A dirlo, come riportato dal Telegraph, sono state le simulazioni al computer della formazione dei pianeti sviluppate dall’Università del Lancashire Centrale (UCLan) e pubblicate sulla rivista Astronomy & Astrophysics Letters. Esse rivelano che i corpi celesti appena nati si formano come sferoidi oblati: sfere schiacciate dall’alto e dal basso ma rigonfie al centro.



Il nostro pianeta ancora oggi è una sfera oblata, leggermente più piatta ai poli e più grande all’equatore. La sua forma iniziale però forse era ancora più schiacciata. Il motivo per cui col tempo è diventata più sferica è, secondo gli esperti, da ricondurre al fatto che il materiale che è caduto su di essa è giunto principalmente ai poli piuttosto che all’equatore. In termini di dimensioni, attualmente la Terra è appiattita solo dello 0,3%, ma i corpi celesti rocciosi giovani possono essere appiattiti fino al 90%. La scoperta potrebbe aiutare anche a spiegare come si formano i pianeti.



“Terra in origine era più piatta, come uno Smartie”, la scoperta

“Studiamo la formazione dei pianeti da molto tempo ma mai prima d’ora avevamo pensato di verificare il cambiamento della forma dei pianeti nelle simulazioni”, ha ammesso il dottor Dimitris Stamatellos. “Abbiamo sempre pensato che fossero sferici in modo continuativo. Siamo rimasti molto sorpresi che si siano rivelati sferoidi oblati, abbastanza simili agli Smarties”. Se la Terra era più piatta in origine, ciò significa che potrebbero insinuarsi dei nuovi dubbi anche su come essa si è formata.

Una teoria suggerisce che le particelle di polvere si uniscono gradualmente, fino a formare pianeti. Un’altra, utilizzata nelle nuove simulazioni, suggerisce invece che grandi anelli di gas e polvere si formano attorno a nuove stelle e poi si frammentano in pezzi che diventano pianeti. “Molti esopianeti, che sono pianeti che orbitano attorno alle stelle in altri sistemi solari, sono stati scoperti negli ultimi tre decenni. Nonostante ne siano stati osservati molte migliaia, il modo in cui si formano rimane inspiegato. Questa teoria è interessante perché i grandi pianeti possono formarsi molto rapidamente a grandi distanze dalla loro stella ospite, il che spiega alcune di queste osservazioni”, ha concluso l’autore Adam Fenton.