“La crisi climatica è una vera e propria iattura che sta sconvolgendo la vita a milioni di persone, ma il principale responsabile di questo sconquasso è il sistema alimentare globale”. È netto il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, all’inaugurazione della 14esima edizione di Terra Madre Salone del Gusto (clicca qui per il programma completo), l’evento globale organizzato da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino dedicato al cibo buono, pulito e giusto e alle politiche alimentari, in agenda a Parco Dora a Torino fino a lunedì 26 settembre.
Petrini ha puntato il dito contro le storture di un sistema che consuma risorse, impoverisce il suolo e non è in grado di soddisfare il bisogno nutritivo di tutti: “Già oggi che la popolazione mondiale non supera gli otto miliardi di persone, si produce cibo in grado di sfamarne dodici – afferma Petrini -. Significa che il 32% di alimenti perfettamente commestibili viene buttato via: è un fallimento epocale, perché nel frattempo circa 900 milioni di persone nel mondo soffrono la fame. Oltretutto, per produrre quel cibo abbiamo sprecato miliardi di litri d’acqua e utilizzato milioni di ettari di suolo. Occorre dunque ridurre lo spreco nelle nostre case, non aumentare la produzione, come sento ripetere ciclicamente”.
E proprio da qui parte il momento di riflessione destinato a ritmare l’edizione 2022 di Terra Madre. Un appuntamento, dice Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, “che esiste proprio per comprendere le storture dei sistemi alimentari e per capire come agire in prima persona”. Un obiettivo ambizioso, che sarà sostenuto da più di 550 eventi, oltre 700 espositori provenienti da tutte le regioni d’Italia e dal mondo, quasi 200 Presìdi Slow Food e decine di ospiti italiani e internazionali, che parleranno di gastronomia, alimentazione e del significato economico, ambientale e sociale di ciò che ogni giorno mettiamo sotto i denti.
Ma non solo. Proprio durante la kermesse sarà infatti presentata la nuova rete Slow Fiber, nata dall’incontro tra Slow Food e alcune aziende virtuose della filiera del tessile, che vogliono rappresentare il cambiamento positivo attraverso un processo produttivo sostenibile, volto alla creazione di prodotti belli, sani, puliti, giusti e durevoli, perché rispettosi della dignità dell’uomo e della natura nel suo delicato equilibrio. La nuova nata si pone in particolare l’obiettivo di divulgare la conoscenza dell’impatto che i prodotti tessili hanno sull’ambiente, sui lavoratori della filiera e sulla salute dei consumatori per diffondere in tutti gli abitanti del pianeta una nuova etica e cultura del vestire e dell’arredare.
Le aziende fondatrici di Slow Fiber: Oscalito 1936; L’Opificio Serico; Manifattura Tessile di Nole; Maglificio Maggia; Pettinatura di Verrone; Lane Cardate; Quagliotti; Tintoria 2000; Tintoria Felli; Olcese Ferrari; Italfil; Remmert; Pattern; Holding Moda; F.lli Piacenza; Angelo Vasino.
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