LA FEMMINISTA MARINA TERRAGNI SI SCAGLIA CONTRO L’UTERO IN AFFITTO: “NEGA DIRITTI DEI BIMBI”
Mentre la politica ancora si divide ancora sul tema caldo dell’utero in affitto – addirittura per come “chiamarlo”, chi “maternità surrogata”, chi un neutro “GPA” e chi addirittura “gestazione per supporto” – il mondo del femminismo non si arrende ad abbassare i toni: Marina Terragni, dopo aver spiegato al “Giornale” che l’utero in affitto “nega i diritti dei bambini”, intercetta un collega de “La Verità” e gli racconta in profondità perché l’eventualità di de-penalizzare la maternità surrogata in Italia è pratica alquanto pericolosa. «Hai voglia a spiegare che l’interruzione delle trascrizioni in Italia dei certificati di nascita esteri» – che è poi la “scintilla” accesa dall’Europa (in pressing sul Governo Meloni) sulla quale si è scatenata l’opinione pubblica-politica nelle ultime settimane – «non limita in alcun modo i diritti dei figli di copie omongenitoriali, la cu filiazione può avvenire con l’adozione in casi particolari». Secondo Terragni ci sarà sempre il tentativo di «mistificare il tema per provare a spostare l’attenzione dal problema principale, ovvero la pratica dell’utero in affitto».
È una continua sottrazione di diritti per questi bimbi, denuncia ancora l’ultra attivista e giornalista, a cominciare al diritto del bimbo «di stare con la propria madre […] l’attaccamento è sta- to ormai impedito, il legame si è spezzato. L’attaccamento terrorizza i committenti». Al figlio, quando crescerà, non si dovranno raccontare bugie denuncia Marina Terragni: «non si può raccontare al figlio di madre surrogata la favola della belly mommy, che è stata tanto buona perché ha donato la sua pancia. Queste sono balle, nessuno meglio dei bambini è in grado di percepire le balle e i non detti». Da bocciare in toto anche il tentativo della sinistra in queste settimane di trovare “escamotage” per far accettare meglio la pratica dell’utero in affitto (tra l’altro non riuscendo appieno nel progetto, visti i sondaggi che bocciano sonoramente la GPA): «molto spesso ci siamo sentite rispondere che stavamo sollevando questioni marginali, soprattutto da parte della sinistra. Oggi vediamo un sistema mediatico spaventosamente schierato: ci sono conduttori tv al limite della crisi di nervi, drag queen che servono solo a fare spettacolo, opinionisti e politici che raccontano balle, come la falsa notizia dei 150.000 bambini nati da surrogata in attesa di regolarizzazione in Italia».
UTERO IN AFFITTO E LEGGI PRO LGBT: L’ATTACCO AL PD DI ZAN E SCHLEIN, PARLA TERRAGNI
Marina Terragni giudica il tentativo della piazza “arcobaleno” guidata da Elly Schlein, Beppe Sala e Alessandro Zan di far passare il Governo come censore sui diritti dei bambini piuttosto ipocrita: «non è stato il governo a interrompere le trascrizioni, ci si è limitati semplicemente al rispetto delle sentenze della magistratura». Prima la Corte Costituzionale poi anche la Cassazione hanno confermato il no secco all’utero in affitto come pratica accettata in Italia, pur evidenziando semmai «il vuoto legislativo sulla genitorialità che nessun esecutivo, da Conte a Draghi, ha mai proposto di normare».
L’obiettivo del femminismo mondiale, ravvisa ancora Terragni su “La Verità”, è proprio ribadire come non vi sia alcun fraintendimento da ammettere: l’utero in affitto è e dovrà divenire un reato in tutto il mondo. Nel mondo della sinistra italiana resta però un tema “ambiguo” quello dell’utero in affitto, in quanto «da Schlein a Orlando a Bonaccini, passando per molti altri esponenti del Pd, nessuno si sente di fare una battaglia così impopolare e si arroccano sui diritti dei bambini. Scoprire oggi che sono tutti contrari ci lascia di stucco». Secondo Marina Terragni però, avere in Parlamento proposte di legge sul fronte LGBT (non solo per la GPA ma anche per gli altri diritti arcobaleno) dall’area di Centrosinistra quasi tutte a firma Alessandro Zan, non aiuta affatto al dialogo “sereno” con maggioranza e le altre opposizioni (Terzo Polo in primis): «Non posso dire che una norma sull’omotransfobia sia necessaria in Italia, ma il testo di Scalfarotto sarebbe una soluzione votabile. Se proprio dobbiamo farla, che almeno sia fatta bene, evitando le forzature ideologiche alla Zan, la cui esposizione su questi temi è un errore tattico della sinistra». Il motivo è molto semplice, secondo la giornalista ultra femminista il deputato depositario del famoso Ddl Zan «è fortemente divisivo nelle sue posizioni, è incapace di aprire un dialogo. Sarebbe un errore se lui fosse l’estensore di certe leggi, come quella sul matrimonio egualitario. Su certi temi, non c’è bisogno di guerreggiare: in Italia serve una politica che si rimbocchi le maniche e lavori seriamente».