«Terremotati come migranti»: questo il sunto dell’intervento di mons. Renato Boccardo, vescovo di Spoleto-Norcia, a tre anni di distanza dal terremoto che colpì l’Umbria e le regioni circostanti. Un bilancio drammatico: 299 morti, centinaia di feriti e danni ingenti a case ed edifici. A 36 mesi di distanza, l’Umbria aspetta ancora passi in avanti degni di nota per la ricostruzione, con il vescovo di Norcia che non ha usato mezze misure: «Non c’è differenza tra migranti e terremotati, anche questi ultimi hanno una dignità», riporta La Nazione. Il presidente della Conferenza episcopale umbra ha voluto lanciare un messaggio alle istituzioni: «Voglio sperare che il nuovo governo, indipendentemente dal colore e dagli orientamenti, sappia porre la questione del terremoto tra le sue più urgenti priorità», evidenziando l’inconsistenza delle promosse fatte ma mai mantenute dai diversi livelli istituzionali.
VESCOVO NORCIA: “TERREMOTATI COME MIGRANTI, HANNO DIGNITA'”
«A tutt’oggi la realizzazione di queste promesse rimane vaga e viene ritardata da incomprensibili intoppi burocratici», ha aggiunto mons. Renato Boccardo a proposito della Basilica di San Benedetto a Norcia, sbandierata come icona del sisma ma «ancora occupata dalle macerie». Stesso discorso per quanto riguarda la cattedrale di Santa Maria e tutte le altre chiese, case ed edifici. Ancora oggi, sottolinea La Nazione, sono riscontrabili le ferite lasciate dal terremoto di magnitudo 5.3 che colpì nella notte Norcia e dintorni, che seguì di un’ora la scossa di magnitudo 6.0 con epicentro Accumoli, provincia di Rieti. La voglia di ripartire e di lasciarsi alle spalle il passato, desiderio che nutre anche Castelluccio di Norcia, famoso in tutto il mondo per la fioritura colorata delle lenticchie e messo in ginocchio dalla violenza del sisma…