Come ben sappiamo l’Italia – specialmente negli ultimi anni – è diventata oggetto di alluvioni e terremoti altamente pericolosi e qualche volta anche distruttivi. E questo causa un problema piuttosto ingente visto che oltre il 50% di ricchezza italiana è prevalentemente immobiliare.
Se si desse un’occhiata a cosa investono gli italiani (oltre alle azioni e ai titoli di Stato) sarebbe facile comprendere i rischi a cui siamo coinvolti. Terreni e case sono le capitalizzazioni più significative di un portafoglio di un investitore italiano ma che senza un’adeguata polizza rischierebbe grosso.
Terremoti in Italia distruttivi: come proteggersi?
Recentemente l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni ha pubblicato una relazione basata sui dati dell’ultimo anno che desterebbe forti preoccupazioni. Gli alluvioni e i terremoti in Italia diventano sempre più pericolosi e il basso rapporto delle polizze assicurative preoccupa parecchio.
Nel momento in cui si acquista una casa in Italia sarebbe bene sottoscrivere una polizza contro i danni catastrofali.
Recentemente il segretario generale dell’Ivass ovvero Stefano De Polis, ha invitato la Legislatura italiana a ragionare su come tutelare i proprietari di immobili italiani invitandoli a trovare una soluzione:
L’impegno dovrà proseguire per rinnovare ed estendere anche alle abitazioni private l’offerta di protezione assicurativa.
L’analisi IVASS dei danni catastrofali delle abitazioni in Italia risale al 2023 e al 2024 e in entrambi i casi i risultati sono preoccupanti: lo scorso anno l’ammontare dei disastri ha portato perdite da 38 miliardi di euro (registrando il +6,6% rispetto al periodo precedente).
Nel primo trimestre del 2024 siamo già a 12 miliardi di euro di danni e ancora – come ci ricorda l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni – le assicurazioni contro questa tipologia di disastri sono troppo basse.
Ripristinare i danni causati da alluvioni e terremoti a proprie spese e senza aiuti statali e né tanto meno da compagnie assicurative significa dover esborsare delle cifre che inevitabilmente manderebbero in rovina un qualunque contribuente italiano con un salario mensile medio.