Quella di ieri è stata un’altra giornata difficile per i residenti della zona dei Campi Flegrei alla luce delle varie scosse di terremoto che si sono susseguite in serie, fra cui una con una magnitudo di 3.7 gradi sulla scala Richter, la più forte degli ultimi giorni. Per cercare di comprendere meglio la questione, il Corriere della Sera ha parlato con Mauro Antonio Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, che si è soffermato prima di tutto sull’epicentro delle ultime scosse, il mare: “La sismicità nel golfo non è nuova – racconta l’esperto – è avvenuta anche in passato ed anche durante la precedente crisi bradisismica”, precisando che l’ipocentro è solitamente molto basso, fra i tre e i cinque chilometri, “Il mare non è un limite geologico – ricorda – e i terremoti avvengono nell’intero settore crostale sottoposto a deformazione, all’interno dell’area della caldera”.



Secondo Di Vito non è da escludere una eruzione nel golfo, tenendo conto che Capo Miseno e Nisida sono avvenute 4.000 anni fa alla fine della terza epoca di attività. In ogni caso, rassicura l’esperto, il golfo è continuamente monitorato (come del resto tutta la zona), grazie al sistema multiparametrico Medusa.



TERREMOTO CAMPI FLEGREI, DI VITO: “QUANTO DURERA’ QUESTA NUOVA FASE? VI SPIEGO…”

Ma è possibile comprendere quanto durerà questa nuova fase, ormai in atto da diverse settimane dopo un periodo relativamente di calma ai Campi Flegrei? “A questa domanda è difficile rispondere, in quanto questo tipo di previsione non può essere supportata dai dati disponibili”, spiega il numero uno dell’Osservatorio Vesuviano. La cosa certa è che fino a che ci sarà il sollevamento del suolo continuerà la sismicità, anche con delle magnitudo maggiori.

In ogni caso l’esperto ci tiene a precisare che al momento non vi sono segnali circa una possibile eruzione a breve termine: “Attualmente non vi sono evidenze di presenza di magma nei primi chilometri della crosta”, ricordando quali siano i parametri sempre sotto controllo fra le deformazioni del suolo, la temperatura, l’energia rilasciata, le variazioni del campo gravimetrico, e via discorrendo.



TERREMOTO CAMPI FLEGREI, DI VITO: “ECCO COSA CI DEVE PREOCCUPARE…”

Il Corriere della Sera ha quindi chiesto quando potrebbe avvenire il passaggio dal giallo all’arancione e Di Vito ha precisato che: “non compete all’Ingv-Osservatorio Vesuviano, ma è dichiarato dal Dipartimento di Protezione Civile in stretto accordo con la struttura di Protezione Civile della Regione Campania, sentita la Commissione Grandi Rischi, servizio Rischio Vulcanico”, aggiungendo che al momento non si prevedono delle risalite di magma nei primi chilometri di profondità.

“Non è la specie singola che deve preoccuparci – precisa – ma le variazioni e gli incrementi delle specie più tipicamente magmatiche”. Di Vito ha concluso l’intervista con una serie di consigli ai residenti dell’area flegrea a cominciare dal tenersi informati attraverso i siti istituzionali, e nel contempo a diffidare dalle notizie che giungono da fonti non qualificate.