Carlo Doglioni, presidente dell’INGV, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, è stato intervistato stamane da Uno Mattina per parlare delle continue scosse di terremoto che si sono verificate nelle ultime settimane ai Campi Flegrei: “Il lavoro dell’Ingv è davvero incessante e in occasione di questa crisi che stiamo vivendo si è intensificato ulteriormente, monitoriamo ogni secondo la sismicità dell’area. Stiamo vivendo qualcosa che abbiamo già vissuto fra l’82 e l’84 quando ci furono circa 5.000 eventi sismici e il suolo si alzò di quasi due metri e quindi c’è un’attenzione estremamente elevata. Attualmente il suolo si sta alzando ad un ritmo di un centimetro e mezzo al mese e c’è quindi un’acuirsi dell’attività del vulcano che può aumentare o meno, può sfociare in una piccola eruzione. Questo non significa che ci sarà un’eruzione, al momento non lo possiamo dire, ma la sismicità sta aumentando e ancora non ne vediamo la fine”.



Carlo Doglioni ha proseguito: “Al momento i problemi sono i terremoti, l’energia viene rilasciata in maniera molto superficiale, e anche se si tratta di scosse di magnitudo leggera, la più forte è stato di 4.2, così come avvenuto nel 1982-1984, sono superficiali e generano uno scuotimento del suolo maggiore quindi per gli edifici un affaticamento continuo nel corso degli ultimi mesi e anni per non parlare di quanto già sofferto 40 anni fa”. Il professor Cianciotta, esperto di crisi, ha aggiunto sulle continue scosse di terremoto ai Campi Flegrei: “Negli ultimi anni, soprattutto dopo il terremoto de L’Aquila nel 2009 c’è stata un’attenzione molto forte verso i piani di prevenzione e la consapevolezza dei cittadini”.



TERREMOTO CAMPI FLEGREI, CIANCIOTTA: “ITALIA SEMPRE PRONTA NEL POST-EMERGENZA”

L’esperto ha proseguito: “L’Italia è sempre molto preparata nella gestione dell’emergenza. Dal 2009 il sistema della P.A ha preso cognizione non solo con i documenti, il piano di evacuazione c’è, è stato revisionato nel 2019, i comuni hanno chiesto un’ulteriore revisione, il tema principale è quanta consapevolezza hanno i cittadini di quanto devono fare”.

E ancora: “Bisognerebbe fare molta più attività. Per evacuare l’area flegrea servirebbero almeno 72 ore”. Doglioni ha quindi concluso dicendo: “Viviamo questa situazione minuto per minuto, la prossima settimana la Protezione Civile ha convocato la commissione Grandi Rischi, poi si prenderanno eventuali decisioni a livello politico sociale. Al momento vediamo un innalzamento del suolo e stiamo monitorando i gas emessi e la variazione della sismicità, parametri che possono indicare una modifica del quadro attuale”.