Come di consueto è giunto il bollettino settimanale riguardante le scosse di terremoto ai Campi Flegrei, i dati dell’Ingv e dell’Osservatorio Vesuviano che riassumono cosa è successo negli ultimi sette giorni presso la caldera. I numeri si riferiscono di preciso al periodo 8-14 luglio e il primo dato che salta all’occhio, come specificato da Fanpage, è il fatto che il sollevamento del suolo non sta rallentando.
Nel precedente bollettino era emerso un fenomeno bradisismico n rallentamento che però andava confermato e i dati ufficiali dell’ultimo report diramato nella giornata di ieri, martedì 16 luglio 2024, sottolineano come il suolo ai Campi Flegrei, a causa delle continue scosse di terremoto, stia sollevandosi di circa due centimetri al mese. I dati fanno riferimento al periodo che va dalla metà del mese di aprile 2024 fino alle ultime rilevazioni e nell’area di massima deformazione il sollevamento risulta essere di circa 20±3 mm/mese alla stazione GNSS di Rione Terra (RITE), per un totale di 11,5 centimetri dal primo gennaio 2024, dato quest’ultimo già confermato in precedenza.
TERREMOTO CAMPI FLEGREI, 68 SISMI NELL’ULTIMA SETTIMANA
Resta il fatto che la settimana dall’8 al 14 luglio è stata tutto sommato leggera per quanto riguarda le scosse di terremoto ai Campi Flegrei visto che in totale si sono verificati 68 movimenti tellurici, e la scossa più importante è stata quella dell’11 luglio scorso, che ha avuto comunque una magnitudo di soli 2,6 gradi sulla scala Richter.
Un report senza dubbio positivo quello che è stato diramato nelle scorse ore e che conferma come gli ultimi due mesi siano stati fortunatamente tranquilli per quanto riguarda le scosse nella zona flegrea, con l’evento più significativo che resta quello del 20 maggio, avente avuto una magnitudo di 4.4 gradi sulla scala Richter, e sisma che causò il panico, rendendo inagibili centinaia di abitazioni ed edifici in zona.
TERREMOTO CAMPI FLEGREI, LA PROPOSTA DELL’ARCHITETTO ESCALONA
E a proposito il noto architetto ambientalista Francsco Escalona, come riferisce Repubblica, ha proposto un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici ai Campi Flegrei. Lui che da sempre è impegnato in queste problematiche propone di fatto di unire di pari passo il monitoraggio delle scosse di terremoto ai Campi Flegrei a quello degli edifici che si trovano sulla caldera, ricordando come le scosse di terremoto di origini vulcaniche, come appunto quelle che interessano la zona attorno a Pozzuoli, non possono superare un’intensità di 5 gradi di magnitudo, a cui gli edifici ben costruiti e che si trovano in buone condizioni possono tranquillamente resistere.
Ovviamente per un piano del genere servono dei finanziamenti statali adeguati, e di fatto la zona dei Campi Flegrei deve diventare una sorta di zona franca sottoposta a controlli periodici, un investimento continuo statale per prevenire disastri che purtroppo nel nostro Paese abbiamo vissuto spesso e volentieri.