Le scosse di terremoto Campi Flegrei sono sempre più rare, confermando una tendenza positiva che è iniziata più di due mesi e mezzo fa, ai primi di luglio, e che sta sicuramente facendo dormire sonni più tranquilli ai residenti della zona. A differenza di quanto avvenuto fino a maggio, quando le scosse di terremoto Campi Flegrei sono state continue e a volte anche distruttive, come quella famosa di 4.4 gradi sulla scala Richter, che ha obbligato numerosi cittadini a lasciare le proprie abitazioni. Nel corso di tutta l’estate e anche in questo primo accenno d’autunno, i movimenti tellurici nella caldera si sono nettamente ridotti e ciò sta incidendo positivamente sul fenomeno del bradisismo, quello del sollevamento del suolo.



E a proposito del bradisismo, proprio in queste ore è stato pubblicato un nuovo studio realizzato dall’Ingv in collaborazione con due università, che si sofferma proprio sul fenomeno del sollevamento del suolo, associandolo al magma che si è accumulato sotto la caldera. E’ emerso che l’accumulo di magma sotto la caldera inciderebbe in maniera negativa sul bradisismo, aumentando quindi l’oscillazione del suolo.



TERREMOTO CAMPI FLEGREI: DOVE SI TROVA IL MAGMA SOTTO LA CALDERA

Il vulcano che si trova ai Campi Flegrei avrebbe modificato la sua “struttura” negli ultimi anni, visto che il magma è lentamente risalito, in particolare dal 2007, portandosi fino ad una quota di 4-6 chilometri sotto il livello del mare. Ciò significa che si è avvicinato alla superficie e ciò ha inciso in maniera netta sulle oscillazioni, quindi sulle scosse di terremoto Campi Flegrei e tutto ciò che ne consegue, leggasi il bradisismo.

Per i tecnici dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia nonché i ricercatori dell’università, sarebbe proprio il magma a smuovere l’intera zona della caldera, causando appunto in maniera più accentuata il fenomeno bradisismo, che ricordiamo, ha raggiunto il suo picco dal 2006 di 1,3 metri nella zona di Pozzuoli.



TERREMOTO CAMPI FLEGREI: “QUESTI DATI NON VANNO IGNORATI”

Con una risalita del magma nella fascia 4-6 chilometri, il sollevamento del suolo è di conseguenza aumentato e a ciò si devono gli enormi disagi che si stanno vivendo negli ultimi mesi in particolare al porto di Pozzuoli, dove la banchina è ormai troppo bassa per i traghetti, con conseguenti difficoltà nel caricare auto e camion sui traghetti.

Questa risalita del magma, inoltre, ha inciso negativamente sulle frequenze delle scosse di terremoto Campi Flegri, nonché sulle emissioni di gas, soprattutto nell’area della Solfatara. Si tratta di uno studio molto rilevante in quanto per la prima volta si effettua un’associazione diretta fra il magma e il bradisismo, e per il numero uno dell’osservatorio vesuviano dell’Ingv, Mauro Di Vito, i dati emersi non fanno intravedere una imminente eruzione ma in ogni caso si tratta di un fenomeno che non deve essere ignorato, anche se va detto che la zona è costantemente sotto stretta monitoraggio.