Tornano le scosse di terremoto ai Campi Flegrei. Nelle ultime ore l’Ingv ha registrato uno sciame sismico fortunatamente molto lieve, tenendo conto che la magnitudo principale è stata di 1.4 gradi sulla scala Richter. Gli eventi tellurici non sono quindi stati avvertiti dalla popolazione locale ma in ogni caso sono sintomo di come l’attività sismica stia proseguendo praticamente senza sosta nella zona Flegrea.
In totale sono state cinque le scosse di terremoto ai Campi Flegrei individuate dagli addetti ai lavori nelle ultime ore, tutte avvenute nella mattinata di ieri e che non hanno provocato alcun disagio per i residenti. In precedenza, invece, una scossa di terremoto domenica sera alle ore 19:41, sicuramente più importante, di magnitudo 3.1 gradi sulla scala Richter, ma anche in questo caso non erano stati registrati fatti rilevanti.
TERREMOTO CAMPI FLEGREI: NON C’È ALCUN SEGNALE PREOCCUPANTE
La cosa certa è che da due anni a questa parte l’attività sismica, e di conseguenza quella bradisismica, è aumentata notevolmente nella zona della caldera, quella del vulcano sottostante i Campi Flegrei, ed è per questo che le attività sono continuamente e strettamente monitorate, con i massimi esperti che sono pronti a registrare anche un minimo segnale di un evento allarmante.
Al momento non vi è nulla che faccia presagire uno scenario catastrofico, come ad esempio un terremoto ai Campi Flegrei di magnitudo “seria”, anche perchè sono diversi gli studi che stanno cercando di comprenderà l’attività vulcanica della Campania. L’ultimo in ordine di tempo è quello pubblicato dal sito dell’università Federico II, dal titolo “Delineation and fine-scale structure of fault zones activated during the 2014–2024 unrest at the Campi Flegrei caldera (Southern Italy) from high-precision earthquake locations”, un lavoro condotto da alcuni dei massimi esperti in tema di vulcanologia e sismicità, compresi i tecnici dell’Osservatorio Vesuviano dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
TERREMOTO CAMPI FLEGREI: EMERSA UNA NUOVA FALLA
Nel dettaglio sono state registrate le scosse e i sollevamenti del suolo avvenuti negli ultimi dieci anni attraverso una nuova tecnica che ha permesso di unire diversi dati fondamentali come ad esempio quelli sismologici ma anche parametri geofisici e geologici, di modo da poter meglio comprendere tutti i movimenti tellurici registrati e soprattutto le zone di faglia che sono al momento attivate dalla caldera interna. L’Università Federico II precisa a riguardo che è stato identificato il “punto di nucleazione delle fratture sismiche” per quasi 10mila scosse di terremoto ai Campi Flegrei, tutti avvenuti fra il 2014 e il 2024, con un’accuratezza maggiore rispetto a quella fino ad oggi registrata con i classici metodi.
E’ emersa la presenza di una nuova faglia localizzata al largo di Bagnoli, che si è attivata per la prima volta il 27 settembre del 2023, quando è stata registrata una scossa di magnitudo 4.2 gradi, la più forte avvenuta in zona fino a quella di 4.4 registrata a maggio scorso. Alla luce dei dati emersi, secondo gli esperti non è da escludere una scossa di terremoto ai Campi Flegrei che possa avere una magnitudo fino a 5 gradi sulla scala Richter.