La situazione ai Campi Flegrei alla luce delle numerose scosse di terremoto continua ad essere monitorata e nel contempo, vista la forte eco che ha avuto in Italia, è arrivata anche oltre i confini. Il sito tedesca HNA.de, ad esempio, ha pubblicato un articolo sull’argomento, interpellando Thomas R. Walter del Centro tedesco di georicerca (GFZ), esperto di terremoti e vulcani. “La popolazione vive su un vulcano attivo o addirittura nella tenaglia tra due vulcani attivi – spiega in riferimento alla situazione nella zona Flegrea – questi sono il Vesuvio e i Campi Flegrei”. Secondo Walter si tratta di due vulcani che “sono maturi per un’eruzione”.



Fino al 1944 il Vesuvio ha avuto “in media un’eruzione ogni dodici anni. E ora non lo è più da quasi otto decenni”. E ancora: “Ai Campi Flegrei abbiamo tutti i segnali che il magma si sta muovendo”, dice Walter, anche se al momento non è possibile stabilire con certezza un eventuale movimento della roccia fusa. “Sotto i Campi Flegrei e il Vesuvio c’è una specie di serbatoio – ha proseguito l’esperto tedesco – a una profondità di circa otto o nove chilometri, dove si raccoglie nuovamente il magma in risalita. E la grande domanda è: continuerà a salire in superficie oppure no? Nessuno può rispondere a questa domanda al momento”.



TERREMOTO CAMPI FLEGREI, L’ESPERTO: “POSSIAMO SOLO INTERPRETARE I DATI”

Negli ultimi 15 anni la superficie ai Campi Flegrei si è alzata di circa un metro, ma secondo Walter non si tratta di un dato significativo: “Naturalmente è molto, ma nelle eruzioni passate è stato ricostruito che nell’arco di poche settimane o mesi si sono verificati tassi di elevazione di diversi metri”.

In merito a ciò che possono fare gli addetti ai lavori in queste settimane: “Non è possibile scavare in questa situazione per ottenere eventuali campioni. Quello che puoi fare è interpretare e modellare i dati provenienti dalle stazioni sulla superficie”.