Nella giornata di oggi non si è verificata alcuna scossa di terremoto ai Campi Flegrei. L’ultima localizzata in loco rimane quindi quella della tarda serata di ieri, precisamente delle ore 23:48. Come riferito dall’Ingv, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, si è trattato di un evento tellurico molto lieve, avendo avuto una magnitudo di 1.2 gradi sulla scala Richter.
Il sisma è stato registrato dalla Sala Operativa INGV-OV (Napoli) in una zona con coordinate geografiche pari a 40.8300 gradi di latitudine, 14.1360 di longitudine e una profondità di 3 chilometri sotto il livello del mare. In zona i comuni di Quarto, Bacoli e Monte di Procida mentre la città con almeno 50mila abitanti è risultata essere come al solito Pozzuoli, vero epicentro della zona flegrea e distante soli 4 chilometri, con Marano di Napoli a 9 chilometri, quindi Napoli a 10, Giugliano in Campania a 12, Casoria a 16 e infine Aversa a 17.
TERREMOTO CAMPI FLEGREI, LE PAROLE DI BIGNAMI
In attesa di capire se questa calma proseguirà ai Campi Flegrei, l’argomento terremoto è entrato ormai anche nei salotti televisivi e se ne è parlato ieri sera in occasione dell’ultima puntata del programma di Rete 4, Quarta Repubblica.
Ospite vi era il divulgatore scientifico Luigi Bignami, che a precisa domanda da parte del conduttore, Nicola Porro, se la zona dei Campi Flegrei fosse fra le più pericolose al mondo, ha risposto in maniera schietta “Assolutamente sì. È un supervulcano, uno dei cento che ci sono sulla Terra. Una decina di questi sono ancora attivi e i Campi Flegrei sono tra questi. Parliamo di bradisismo, ma da zero a cento quello è il problema 0,5”. Come è ben noto, la zona Flegrea sorge appunto su un supervulcano che da secoli è “dormiente”, nel senso che spesso e volentieri si attiva ma provocando principalmente scosse di terremoto e il fenomeno del bradisismo, del sollevamento del suolo.
TERREMOTO CAMPI FLEGREI, BIGNAMI: “QUANDO ESPLOSE…”
Nel corso degli ultimi secoli nessun evento catastrofico è mai avvenuto, e gli esperti continuano a ribadire che tutta la zona è supercontrollata. Vero anche che la popolazione è fortemente scossa per via dei continui movimenti tellurici, alcuni anche di magnitudo superiore ai 4.0 gradi sulla scala Richter, che si verificano da quelle parti.
“Tutto il resto è il problema del vulcano, che non finisce sulla terra ferma ma continua un mare”, ha aggiunto ancora Bignami che poi ha ricordato cosa accadde migliaia di anni fa: “Quando esplose davvero e in maniera molto violenta 40mila anni fa, le ceneri arrivarono fino alle porte di Mosca. Un’altra eruzione ci fu 20mila anni fa e un’altra 15mila. L’ultima arrivò nel 1538 e, in quel caso, il suolo si alzò di cinque metri. Parliamo di piccolissime variazioni nell’arco di un anno che danno origine al suo problema”, chiosando che ora come ora bisogna pensare “alla gravità del problema nella sua dimensione reale”.