Nuove scosse di terremoto Campi Flegrei destano sempre più preoccupazione nei residenti che temono scenari simili a quelli che – diversi secoli fa – cambiarono completamente la morfologia dell’area alle porte di Napoli; il tutto mentre gli esperti e gli esponenti del Governo sembrano minimizzare i rischi per evitare di generare il panico nella popolazione e dare il via ad uno sgombero che – oltre che parecchio costoso – sarebbe difficile da gestire.



Partendo (però) dai dati raccolti dagli esperti, nella giornata di ieri – ovviamente domenica 25 agosto – l’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv ha parlato di un vero e proprio sciame sismico che si è sviluppato a partire dalle ore 11 del mattino attorno alla località di Cigliano: l’evento più significativo è stato registrato proprio alle 11:11 con una magnitudo di 1.7 e un possibile errore statistico di 0.3; mentre la profondità di soli 2,3 km rispetto al suolo ha reso il terremoto Campi Flegrei avvertibile in tutta l’area.



Allo sciame di ieri se ne aggiunge anche un altro registrato nella giornata di sabato attorno all’area di Lucrino: in questo caso l’evento più intenso ha raggiunto la magnitudo di 1.8 e una profondità di soli 2,55 km; con la Protezione Civile e l’Amministrazione comunale pozzuolese che in una nota hanno promesso di stare seguendo “da vicino l’evolversi della sequenza sismica”, preparandosi a fornire “successivi aggiornamenti”.

Giuseppe Mastrolorenzo, Ingv: “I rischi di un terremoto Campi Flegrei sono sottovalutati”

Insomma, il terremoto Campi Flegrei di questi giorni sta destando nuove preoccupazioni seppur gli esperti sembrino parlare di una situazione piuttosto sotto controllo e la popolazione si rifiuta ancora di abbandonare la zona; ma nel frattempo l’allarme è arrivato anche negli States ed in un recente articolo del Washington Post il ricercatore senior dell’Ingv Giuseppe Mastrolorenzo ha parlato di una situazione ben più grave di quella che ci viene descritta nel nostro bel paese.



Intervistato dal quotidiano americano, l’esperto ha chiarito che un terremoto Campi Flegrei potrebbe “devastare l’intera area metropolitana di Napoli” generando quella che descrive come una vera e propria “bomba” causata dalla forte “pressione” interna alla caldera vulcanica: dal suo punto di vista il Governo e le istituzioni in generale non starebbero facendo abbastanza per contenere una minaccia che potrebbe presentarsi nell’arco di pochissimi minuti rendendo del tutto inutile il piano di evacuazione che richiede almeno 72 ore per sgomberare interamente l’area.

Quasi ad ulteriore riprova di quella sottovalutazione di cui Mastrolorenzo, il direttore dell’Ingv Carlo Doglioni (sempre interpellato dal Washington Post) ha liquidato il discorso come una ricerca di “visibilità per attirare l’attenzione“, ribadendo che l’attuale sollevamento del suolo non sembra essere preoccupante e che – almeno allo stato attuale – non ci sono dati a supporto dell’ipotesi di un’evacuazione tempestiva.