L’anno 2023 sarà ricordato senza dubbio come quello dei record per quanto riguarda le scosse di terremoto presso i Campi Flegrei. Nonostante negli ultimi mesi il numero di movimenti tellurici sia decisamente diminuito, e con esso anche l’intensità delle scosse, la terra ha tremato più di 6000 volte nel corso dell’anno che sta per volgere alla conclusione. Facendo un breve calcolo si tratta quindi di circa 15 scosse al giorno per tutti i giorni, dati segnalati dall’Osservatorio Vesuviano, uno degli organi più importanti d’Italia per quanto riguarda il monitoraggio di questi eventi naturali. Secondo quanto emerso, dall’anno 2005 ad oggi i fenomeni sismici si sono concentrati in particolare nell’area orientale di Pozzuoli, al di sotto della Solfatara-Bagnoli, così come segnalato da Meteoweb.it.



In ogni caso, anche se come detto sopra i terremoti nella zona dei Campi Flegrei sono diminuiti negli ultimi tempi, il monitoraggio continuerà anche perchè gli esperti vogliono farsi trovare pronti in caso di un evento importante. La cosa certa è che questa diminuzione dell’allerta ha fatto vivere delle vacanze più serene ai residenti della zona Flegrea, a cominciare da commercianti, ristoratori e albergatori, che negli scorsi mese lamentavano un calo di presenze per via proprio dell’allarmismo a seguito delle continue scosse di terremoto. Intanto i movimenti tellurici continuano anche nel resto d’Italia, e l’ultimo “importante” è stato quello registrato negli scorsi giorni in Calabria con una magnitudo superiore ai 3 gradi.



TERREMOTO CAMPI FLEGREI, IL PUNTO DI DOGLIONI DELL’INGV

Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha comunque cercato di rassicurare, parlando così ai microfoni dell’Adnkronos: “Le scosse di terremoto in Italia ci sono sempre, come quelle dei giorni scorsi i in Calabria, di magnitudo superiore a 3 o ce ne sono oltre 150 all’anno e sono terremoti del tutto nella norma. Non c’è nulla di anomalo”.

Nessun collegamento comunque con la zona Flegrea: “Quelli di Calabria, quello delle Marche di qualche giorno fa e i Campi Flegrei sono eventi separati – ha precisato Doglioni – coinvolgono frammenti di crosta terreste del tutto indipendenti, ma il meccanismo è unico ed è il fenomeno geodinamico che sia chiama ‘subduzione’ e che porta la litosfera, cioè il guscio esterno della terra, dell’Adriatico e dello Ionio sotto l’Appennino e questo determina la sismicità, mentre per i Campi Flegrei il sollevamento è legato al magmatismo, quindi a qualcosa di diverso”.