Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, è tornato a parlare nella giornata di ieri delle numerose scosse di terremoto ai Campi Flegrei. Argomento della discussione è stata ancora una volta la possibilità di innalzare il livello di allerta ad arancione nella zona Flegrea, e a riguardo l’ex presidente della regione Sicilia ha spiegato: “Il ministro e la politica in questi casi arrivano un minuto dopo la comunità scientifica. Noi affrontiamo le misure e le iniziative in funzione di quello che dice la comunità scientifica. Io ho ripetuto nel mio comunicato quello che è sottoscritto nel verbale della commissione Grandi rischi convocata dal capo dipartimento, come dice la norma”.



Musumueci ha proseguito: “La commissione cosa dice? Il fenomeno è in evoluzione, cioè non siamo in una condizione statica. Intensifichiamo le esercitazioni per essere pronti a un rapido passaggio di livello, non è di troppa interpretazione libera, io credo che sia chiaro”, parole riportate dal quotidiano Il Tempo e rilasciate in occasione dell’evento ‘La prevenzione prima di tutto’ promosso da Fondazione Inarcassa, Consiglio Nazionale Ingegneri e Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori. Secondo quanto aggiunge lo stesso quotidiano nelle scorse ore sarebbe arrivata la scoperta di una sorgente deformativa sotto la caldera e pare che sia il principale indiziato in merito al sollevamento del suolo, e alle varie scosse di terremoto ai Campi Flegrei possa essere un cilindro di roccia che si trova a due chilometri di profondità sotto la caldera e che si sta dilatando, causando quindi la deformazione dello spazio circostante e i conseguenti movimenti.



TERREMOTO CAMPI FLEGREI: LE PAROLE DI MASSIMO NESPOLI DELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

Tale spiegazione è suggerita da uno studio realizzato dall’Università di Bologna e Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia pubblicato sul Journal of Volcanology and Geothermal Research, secondo cui questo meccanismo avrebbe svolto un ruolo cruciale durante la fase di sollevamento avvenuta fra il 1982 e il 1984, ma non riguarderebbe comunque la risalita del Magma.

“Anche se il contributo magmatico non può essere escluso – spiega Massimo Nespoli dell’Università di Bologna, che ha guidato lo studio – i risultati ottenuti con questa sorgente di deformazione, legata all’arrivo di fluidi caldi e a elevata pressione, consentono di spiegare efficacemente sia il tasso di sollevamento che l’andamento della sismicità, senza il bisogno di invocare la risalita di magma negli strati superficiali della caldera dei Campi Flegrei”.