Il governo si muove concretamente dopo le ultime e numerose scosse di terremoto registrate ai Campi Flegrei e nella serata di giovedì ha approvato il Dl apposito, mettendo sul piatto 52 milioni di euro e un piano di evacuazione. Misure che secondo il vulcanologo Giuseppe De Natale, potrebbero però non bastare. Commentando ai microfoni dell’Huffington Post il Dl ha infatti spiegato: “È un piano che secondo me sarebbe andato bene, se fosse stato realizzato qualche anno fa. Sicuramente è importante la valutazione di vulnerabilità, ma ora i tempi sono molto stretti, bisognava fare qualcosa di più. Mi lascia perplesso l’entità del finanziamento: un problema enorme come quello dei Campi Flegrei necessitava di più risorse. Ma è un inizio”.



De Natale ricorda quindi quanto accadde negli anni ’80: “A fronte di una sismicità minore di questa si decise l’evacuazione dell’intera cittadina di Pozzuoli. All’epoca anche l’impegno economico fu eccezionale: venne costruita in breve tempo la cittadina di Monterusciello per ospitare i 40mila evacuati”. Critica le risorse messe in campo dal governo per la situazione Campi Flegrei anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che attraverso la propria pagina Facebook ha scritto: “I 50 milioni annunciati sulla carta dal Governo sono del tutto insufficienti. Tanto più che stiamo ancora aspettando le risorse per affrontare i problemi del dopo terremoto di Ischia, rispetto ai quali gli attuali stanziamenti sono del tutto insufficienti”.



TERREMOTO CAMPI FLEGREI, IERI LO STRESS TEST ALL’OSPEDALE DI GIUGLIANO

De Luca ha quindi ricordato come il governo non abbia sbloccato da un anno e due mesi le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, “che spettano – ha aggiunto ancora il governatore, come si legge su Quotidiano Nazionale – al Sud e alla Campania, e che servono proprio per realizzare quanto prevede il decreto in tema di infrastrutture, sistema dei trasporti, emergenze ambientali”.

Intanto nella giornata di ieri si è tenuto lo “stress test” presso l’ospedale di Giugliano per verificare la tenuta dello stesso nosocomio in caso di emergenza, come appunto una violenta scossa di terremoto: si è simulato l’arrivo di centinaia di pazienti, e i dipendenti dell’ospedale hanno risposto al meglio.