Un’eventuale innalzamento del livello di allerta ad arancione nella zona flegrea a causa delle continue scosse di terremoto ai Campi Flegrei, sarebbe “una nuova pandemia”. Ne è convinto il sindaco di Bacoli, Josi Gerardo della Ragione, che parlando nella giornata di ieri con i microfoni di Radio Capital ha spiegato: “In quest’ultima settimana le parole hanno fatto più danni degli sciami sismici. Passare dall’allerta gialla a quella arancione significherebbe evacuare gli ospedali, le carceri e chiudere gli accessi ai Campi Flegrei. Parliamo di un’area un cui vivono 500.000 persone e che coinvolge 7 comuni. Il territorio e il commercio sarebbero paralizzati creando una depressione economica pari a quella della pandemia”.



Quindi il primo cittadino ha aggiunto e concluso: “Come detto in seduta ieri a Palazzo Chigi, sia l’INGV che la commissione grandi rischi non avevano valutato di passare all’allerta arancione, quindi è stata una settimana di grande confusione che ha creato molti danni. Abbiamo chiesto e ottenuto che si facesse chiarezza ed è stato confermato lo stato di allerta gialla”. Innalzare il livello di allerta arancione nella zona dei Campi Flegrei significherebbe aprire alla possibilità che le persone lasci la zona interessata, ricevendo in cambio anche un compenso monetario con tutto ciò che ne consegue.



TERREMOTO CAMPI FLEGEREI, LE PAROLE DEL DOTTOR CARLINO

Radio Capital attraverso il suo sito web, ha pubblicato anche l’intervista al Dott. Stefano Carlino dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, che ha cercato di normalizzare la situazione dicendo: “Dal punto di vista geofisico e geologico possiamo dire che questo è un fenomeno che è successo altre volte in passato. C’è un sollevamento centrato nella zona di Pozzuoli che registriamo dal 2005, sollevamento che è aumentato notevolmente a partire dal 2012. E, dal 2020, registriamo un incremento della sismicità”.

“Degli studi che erano stati fatti recentemente – ha proseguito l’esperto parlando delle continue scosse di terremoto ai Campi Flegrei – a partire dal 2017, avevano previsto questo comportamento della crosta dei Campi Flegrei. Purtroppo, quando c’è sollevamento, la crosta è soggetta a stress e accumula pressioni che vengono poi rilasciate con i terremoti. Quello che possiamo dire è che finché ci sarà questo sollevamento, la quale velocità sembra essere aumentata nelle ultime settimane, ci saranno terremoti, e dovremo abituarci anche a scosse più forti, la crosta non può trattenere tutto questo stress”.