Torniamo a parlare delle scosse di terremoto Campi Flegrei e dei numerosi studi e lavori che sono stati fatti, in particolare nell’ultimo periodo, con l’obiettivo di provare a fermare in qualche modo gli eventi tellurici e nel contempo, ridurre il fenomeno del bradisismo, il fastidioso sollevamento del suolo.
Uno dei lavori senza dubbio più interessanti è stato quello realizzato dalla dottoressa Annamaria Lima, professoressa presso l’Università degli studi Federico II di Napoli, che si è soffermato in particolare sulla realizzazione di pozzi per estrarre i liquidi presenti nella caldera, e ridurre significativamente il numero delle scosse di terremoto Campi Flegrei nonché l’evento bradisismico. La dottoressa, attraverso la pagina Facebook “Quelli della zona rossa ai Campi Flegrei”, ci tiene a precisare quanto segue: “Il lavoro pubblicato da poco sulla rivista American Mineralogist, del quale sono prima autrice, ha suscitato molto scalpore perchè proponiamo interventi geoingegnieristici per il controllo della sismicità ai Campi Flegrei”.
TERREMOTO CAMPI FLEGREI, LO STUDIO: LA PRECISAZIONE DELLA DOTTORESSA
E ancora: “Ci tengo a precisare che sono una Geochimica locale, perchè sono di Bagnoli, Prof. al DiSTAR della Federico II, e vi assicuro che ho sofferto come tutti durante le crisi sismiche”. Quindi la professoressa Lima aggiunge: “Prima di esprimere il vostro parere sulla questione vi invito a seguire l’ultima parte (le conclusioni) del seminario che ho tenuto il 15.10.24 all’università, per spiegare i risultati ottenuti da questo studio, alla quale hanno contribuito ricercatori di chiara fama con indici bibliometrici al top degli scienziati di tutto il mondo”, per poi concludere: “Lo so tutti possono sbagliare, a prescindere, ma credo che la conoscenza riduca notevolmente questa possibilità”.
Come accennato sopra, l’idea è quella di realizzare dei pozzi ad hoc nella zona delle scosse di terremoto Campi Flegrei di modo da poter estrarre l’acqua in quantità adeguata facendo in modo da ridurre la pressione sui fluidi sottostanti. I pozzi sarebbero realizzati lontani da aree critiche, e con l’impiego di tecniche di ultima generazione, quindi a zero rischio per la popolazione locale.
TERREMOTO CAMPI FLEGREI, LO STUDIO: “COSÌ SI UTILIZZA CIÒ CHE SI TROVA NEL SOTTOSUOLO…”
Secondo i calcoli dello studio di cui sopra, tramite questa tecnica si potrebbe arrivare addirittura ad azzerare la sismicità della zona, ed inoltre, si potrebbe utilizzare ciò che si trova nel sottosuolo, come il litio e altre elementi utili, anche per attività antropiche. Inoltre, con questa tecnica si potrebbe attuare una migliore sorveglianza del vulcano ai Campi Flegrei.
Per lo studio a cui ha preso parte anche la dottoressa Lima, la sismicità dei Campi Flegrei è causa dall’idrofratturazione, a sua volta causata dai fluidi che pressano contro la crosta terrestre, di conseguenza se si riesce a ridurre, se non ad eliminare, questa enorme pressione effettuata in particolare dall’acqua con delle opere di drenaggio, si riuscirà ad eliminare la sismicità. Sulla questione ci sono numerosi pareri discordanti: difficile capire chi abbia ragione visto che si tratta di studi molto autorevoli.