Una scossa di magnitudo 5.1 ha colpito ieri la zona di Atene, in Grecia, provocando molto spavento ma per fortuna nessuna vittima. Sono crollati alcuni vecchi edifici abbandonati o usati come magazzini, nella zona di Trapezona, vicino al porto del Pireo, e a Ermou, una strada centrale nel quartiere dello shopping. Nessuno è rimasto sotto le macerie, ci ha detto il giornalista greco Dimitrios Mihoudis, corrispondente dall’Italia per il suo paese: “Purtroppo la Grecia anche da questo punto di vista, non solo economico, è molto simile all’Italia. Siamo un paese attraversato da molte zone sismiche, non sai mai dove può colpire”. Un terremoto che a suo modo ha salutato l’arrivo di un nuovo governo di centrodestra, dopo il periodo Tsipras: “Il precedente governo ha spianato la strada a questo, le riforme importanti sono già state fatte, vedremo adesso come le sapranno sfruttare”.



Sembra che i danni di questa scossa di terremoto siano molto limitati nonostante il livello di magnitudo, non c’è rischio di un impatto sulla situazione economica della Grecia già così traballante?

Assolutamente no, questa scossa non ha prodotti danni seri. Viviamo con questa realtà, come in Italia, terremoti che non sai mai dove colpiranno e quando. I problemi economici dei greci sono ben altri.



Come è attualmente la situazione, in questo momento di passaggio dall’amministrazione Tsipras alla nuova da poco eletta?

Tsipras ha spianato la strada al nuovo governo, anche se non è riuscito a dare quella spinta economica che sperava di portare alla Grecia per risolvere la sua drammatica situazione. Sappiamo che alla resa dei conti i governi possono fare non molto da soli, ma certamente il nuovo ha trovato riforme già fatte ed applicate dalla precedente amministrazione. Adesso si tratta di vedere se saranno in grado di portarle avanti nel modo giusto.

Cosa poteva fare di meglio Tsipras che non è riuscito a fare?



Ci sono stati errori anche nella sua amministrazione certamente, ad esempio ha ipotecato molte proprietà dello Stato, alcune fino al 2050 e anche di più. Questa è stata una scelta molto forte, una sorta di via di fuga estrema per trovare soldi disperatamente.

E il nuovo governo cosa dovrà fare per rilanciare la situazione economica?

Intanto è stato accolto molto favorevolmente dai mercati internazionali e dai tanti debitori, questa è una cosa importante. La crescita prevista già dal passato governo era del 2,5%, in questi anni si è cresciuti dell’1% circa, che era il minimo che si potesse fare considerando che la Grecia aveva perso il 30% della sua forza economica. Le previsioni fino al 4% ci dicono che si può andare avanti, che c’è la possibilità di riprendersi finalmente.

La popolazione nutre ancora molto risentimento verso l’Unione Europea e soprattutto la Germania per come è stata trattata in questi anni?

Qualcuno sì, ha conservato un sentimento di rabbia, ma la maggior parte ha fatto buon viso a cattivo gioco. Ci sono ali politiche che hanno cercato di sfruttare questo risentimento, come l’estrema destra, ma alle ultime elezioni sono stati sconfitti. Siamo fiduciosi.