Una duplice violenta scossa di terremoto si è verificata nella tarda serata di ieri in Cina, per un bilancio di tre morti e ventisette feriti. Il primo sisma è stato di magnitudo 6.4 gradi sulla scala Richter alle 21:48 locali (le 15.48 in Italia), mentre la seconda è avvenuta qualche ora dopo ed è stata ben più potente, di magnitudo 7.4, quando in Italia erano le 20:04 locali. Il movimento tellurico più lieve ha colpito la regione dello Yunnan, zona sudovest della nazionale cinese, mentre quello più forte si è registrato nella contea di Yangbi Yi, vicino a Dali, e con una profondità, un ipocentro, pari a 10 chilometri sotto il livello del mare, così come riportato dai dati del China Earthquake Networks Center.



Due scosse che sono state accompagnate anche da altri sismi in quel di Dali, nel capoluogo Kunming, e nella provincia del Sichuan, così come spiegato dall’agenzia Xinhua, secondo cui il terremoto avrebbe coinvolto 72.300 persone e 21.000 abitazioni. Il terremoto di magnitudo 7.4 gradi sulla scala Richter è stato localizzato nella provincia nordoccidentale di Qinghai, dove si sono verificati danni alle strade e due ponti crollati, ma fortunatamente non si sarebbero verificati feriti ne vittime.



TERREMOTO IN CINA, MORTI E FERITI: UNA ZONA AD ALTA INTENSITA’ SISMICA

Il China Earthquake Networks Center ha avvertito le persone attraverso i social, invitando loro a “stare lontano dagli edifici”, per evitare eventuali ricadute di detriti se non delle intere strutture. Sarebbero almeno 20mila le persone evacuate sulle 100.000 che vivono nella zona del sisma di magnitudo 6.4 gradi, e pare che una delle tre vittime sia un autista di camion che si trova a bordo del suo mezzo quando è stato travolto da una frana causata proprio dalla scossa. La zona dello Yunnan è teatro di numerosi terremoti spesso e volentieri devastanti, come quello di magnitudo 7.9 gradi avvenuto nel 2009 nel Sichuan che provocò 69mila vittime, o quello del 2008 nel Xianjiang di magnitudo 2.8 che invece causò 286 decessi.

Leggi anche

COP29/ Tutti a Baku: l’Ue si flagella, la Cina inquina (e chi la ferma?). E Trump...