Una scossa di terremoto ha fatto tremare per pochi secondi la zona del “cono sismico” che nell’ormai agosto 2016 compì un’autentica strage tra il Lazio, le Marche e l’Umbria: questa volta per fortuna nessun danno a cose, strutture, edifici o case ma la paura per qualche abitazione specie ai piani alti v’è stata tra Castelsantangelo sul Nera e i comuni limitrofi. Il terremoto di grado M 2.9 su scala Richter ha colpito le Marche, toccando anche i comuni vicini di Abruzzo, Lazio e Umbria con le provincie interessate che riguardano Macerata, Perugia, Rieti, Ascoli Piceno e Fermo. I dati dell’INGV mostrano come il sisma abbia avuto un ipocentro ad una profondità di 13 km sotto il livello del terreno, mentre sul fronte epicentro i comuni interessati, ma senza danni per fortuna, sono stati Castelsantangelo sul Nera, Arquata del Tronto, Norcia, Montegallo, Montemonaco, Ussita, Preci, Visso, Accumoli, Montefortino, Acquasanta Terme, Bologna e Cascia.
TERREMOTO OGGI NELLE MARCHE: IL NODO RICOSTRUZIONE
Niente danni per il nuovo terremoto scattato poco prima delle ore 10 questa mattina, ma l’area interessata riguarda purtroppo la medesima devastata dallo sciame sismico che ormai tre anni fa generò continue tragedie nei piccolissimi Comuni ancora in crisi da quel lontano e terribile 2016. Giusto ieri il Resto del Carlino aveva intervistato l’ingegnere Cesare Spuri, cirettore dell’ufficio speciale per la ricostruzione, per fare un punto sui progetti di ricostruzione a tre anni quasi dal devastante terremoto nel Centro Italia. «Oggi i numeri ci dicono che mediamente nelle Marche sono presentati tra 250 e 300 progetti al mese. Siamo a quota 6.000 pratiche private più o meno pervenute, 4.500 per la ricostruzione leggera e 1.500 per quella pesante. Quanto allo stato di avanzamento dei lavori, la fase istruttoria è stata completata per circa il 50% delle pratiche di ricostruzione leggera, un po’ meno per le pratiche di ricostruzione pesante», spiega l’ingegnere che però poi avverte «Oggi, in media, sono presentati 3.500 progetti all’anno. A questo ritmo per avere il totale dei progetti stimati, bisognerà attendere più o meno i prossimi dieci anni».