Una forte scossa di terremoto si è verificata negli ultimi minuti in Abruzzo. La scossa è stata segnalata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia che ha diffuso inizialmente una stima provvisoria riguardo l’entità del sisma. La magnitudo è stata stimata tra 3.6 e 4.1 sulla scala Richter. Avvenuto alle 22:55 di oggi, sabato 7 dicembre 2019, il sisma ha avuto come epicentro la zona di L’Aquila. Subito sono partite le segnalazioni sui social. «Ci mancava giusto il terremoto stasera» e «Bene raga, ci mancava solo una scossetta di terremoto» sono solo due dei commenti che circolano su Twitter. La scossa di terremoto è stata avvertita nel territorio reatino e nelle zone terremotate. Inoltre, è stata avvertita distintamente anche a Teramo secondo la stampa locale. La Sala Sismica dell’Ingv ha poi fornito i dati definitivi: il sisma è stato di magnitudo 3.7 e ha avuto come epicentro Barete. Gli altri Comuni entro i 20 chilometri dall’epicentro del sisma sono: Cagnano Amiterno (AQ), Pizzoli (AQ), Montereale (AQ), Capitignano (AQ), Scoppito (AQ), Borbona (RI), Campotosto (AQ), Posta (RI), Antrodoco (RI), Micigliano (RI), L’Aquila (AQ), Borgo Velino (RI), Amatrice (RI), Cittareale (RI) e Tornimparte (AQ). (agg. di Silvana Palazzo)
TERREMOTO, TREMANO ANCHE LE MARCHE
Numerose le scosse di terremoto che si sono verificate nelle ultime ore sul suolo italiano. Oltre a quella in provincia di Verona di cui vi abbiamo parlato nel focus qui sotto, un sisma è stato registrato dall’Ingv anche nelle Marche, in provincia di Macerata. Alle ore 6:31 di oggi, sabato 7 dicembre, una scossa di magnitudo 2.6 gradi sulla scala Richter ha interessato il territorio di Castelsantangelo sul Nera, ma anche i comuni di Ussita, Visso, Bolognola, Montemonaco, Preci, Montefortino, Montegallo e Acquacanina, tutti paesi che spesso e volentieri sono vittime, purtroppo, di movimenti tellurici. Alle ore 6:54, invece, un’altra scossa di terremoto è stata localizzata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, in Emilia Romagna, precisamente a Verghereto (provincia di Forlì e Cesena), di magnitudo 2.1 gradi. Entrambe le scosse non hanno provocato danni a edifici ne feriti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TERREMOTO A VERONA M 3.2
Una nuova scossa di terremoto si è verificata nella notte di magnitudo 3.2. Stando a quanto rivelato e comunicato dall’Istituto nazionale italiano di geofisica e vulcanologia, l’epicentro si è verificato in quel del Veneto, precisamente a Vigasio, provincia di Verona. La scossa è avvenuta alle ore 3:29 della notte fra venerdì 6 e sabato 7 dicembre, con coordinate geografiche pari a 45.32 di latitudine e 10.94 di longitudine. L’ipocentro, la profondità, è stato invece individuato a 10 chilometri sotto il livello del mare, quindi trattasi di un sisma piuttosto superficiale. La scossa ha interessato da vicino numerosi comuni, a cominciare appunto da Vigasio, passando per Castel d’Azzano, Trevenzuolo, Buttapietra, Nogarola Rocca, Povegliano Veronese, Isola della Scala e molti altri. A livello di città, invec, Verona risulta essere quella più vicina all’epicentro, ma non troppo distanti troviamo anche Vicenza, Carpi (Emilia) e Brescia (Lombardia).
IL TERREMOTO A NAPOLI IN UNA ZONA DOVE SI STAVA PER TRIVELLARE
Il sisma, pur essendo stato di una magnitudo moderata, non ha provocato danni ne tanto meno feriti. Continua intanto a far discutere il terremoto avvenuto due notti fa in quel di Napoli, precisamente a Pozzuoli, una scossa di magnitudo 2.8 gradi sulla scala Richter che è stata molto superficiale, ampliando quindi i suoi effetti e provocando il panico. Il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo, intervistato dai microfoni di Radio Marte, ha svelato un interessante quanto drammatico preoccupante retroscena a riguardo: il sisma è avvenuto in un’area dove si doveva realizzare una centrale geotermica: “Realizzare quella centrale – dice a riguardo – avrebbe comportato una serie di trivellazioni che avrebbero innalzato il rischio sismico in un’area già di per sé critica”. La cosa certa, centrale o meno, è che nelle ultime ore in quel di Napoli è dintorni si è verificato il cosiddetto fenomeno del bradisismo, una serie di scosse continue, fino a quella massima appunto di 2.8 gradi. Dall’inizio dell’anno sono state registrate ben 768 movimenti nel napoletano.